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UNA GUERRA TRA GENTILUOMINI La Storia secondo Massimo Iacopi 11/07/2015 - Massimo Iacopi (Roma) AFRICA COL. PAUL LETTOW-VORBECK OVVERO UNA GUERRA FRA GENTILUOMINI E’ la storia poco conosciuta della guerra di boscaglia condotta in Africa orientale da un pugno di Tedeschi, ai quali gli Inglesi hanno loro reso un cavalleresco omaggio. Il primo conflitto mondiale ha avuto le sue appendici anche in Africa. Le relative operazioni militari si sono svolte nello stesso tempo a nord ed a sud del Sahara. In Egitto, nella zona del canale, si sono affrontate le forze turche contro quelle alleate. Nell’Africa sud-sahariana (1), i possedimenti tedeschi, isolati gli uni dagli altri, erano indifendibili. Solamente l’est africano (Deutsche OstAfrika) è stato in condizioni di resistere ed il fatto è attribuibile, in larga misura, all’opera ed alla personalità del colonnello, quindi generale Paul-Emil Von Lettow-Vorbeck (1870-1964). Di fatto la minuscola guarnigione del Togo capitola il 26 agosto 1914. Nel Camerun, il 7 gennaio 1916, il colonnello Carl Heinrich Zimmerman (1864-1949)riesce nell’impresa di attraversare le linee alleate ed a rifugiarsi con i suoi uomini nel Rio Muni, o Guinea Spagnola, sfuggendo in tal modo ad una certa cattura. Il 20 febbraio 1916, nel nord del Camerun, nei pressi di Mora, il capitano Ernst Von Raben (1877-1924) che resisteva da 18 mesi con un pugno di uomini, accetta di arrendersi con l’onore delle armi, circostanza che gli viene accordata. Il 4 agosto 1914, nel momento in cui viene dichiarata la guerra mondiale, l’Unione Sudafricana, possedimento britannico, si trova politicamente schierato nel campo inglese, ma molti dei suoi abitanti (Afrikaaners) risultavano divisi sul da farsi. Alcuni, seguendo gli orientamenti del primo ministro Luis Botha (1862-1919) e del generale Jan Christiaan Smuts (1870-1950), suo ministro della difesa, proclamano la loro solidarietà alla Gran Bretagna. Altri, allineati sulla posizione del generale James Barry Hertzog (1866-1942) fondatore del partito nazionale, propugnano una posizione di neutralità. Per quanto concerne il colonnello Manie Gerrit Maritz (1876-1940), eroe della guerra dei Boeri, egli entra, invece, in aperta ribellione, riunendo intorno a sé 12 mila uomini (2). Il 12 ottobre 1914 Luis Botha mobilita le sue forze ed affronta la ribellione ed, una volta schiacciata, 42.000 sudafricani invadono l’Africa del Sud Ovest (l’attuale Namibia) allora tedesca (3). La sproporzione delle forze è tale che i poco più di 3 mila Tedeschi in armi non hanno altra alternativa che ritardare una sconfitta inevitabile, tanto più che una parte degli indigeni, in rivolta, si era persino presentata al generale Botha (4) per offrire i loro servigi. Epilogo della storia: il 9 luglio 1915 i Tedeschi della Namibia capitolano. Dal gennaio 1914, l‘Est africano tedesco (Ruanda, Burundi, Zanzibar, Tanganika) era stato affidato ad un nuovo comandate militare, il colonnello Paul-Emil Von Lettow-Vorbeck. Nel 1900 egli aveva fatto parte del contingente tedesco del Corpo di Spedizione in Cina, inviato per vendicare l’assassinio del console tedesco, il barone Clemens barone Von Ketteler (1853-1900). Nel 1904, capitano nell’Africa del Sud Ovest, si era familiarizzato con le operazioni nelle campagne coloniali, caratterizzate da rapidità ed iniziativa. Ferito all’occhio sinistro in occasione di uno scontro con gli Herero, egli viene successivamente destinato nel Camerun, prima di ricevere il comando del 2° Battaglione di Fanteria di Marina, di guarnigione a Wilhelmshaven. Nel 1913 l’ufficiale viene quindi designato a prestare servizio presso lo Stato Maggiore tedesco. Nell’Africa Orientale, la Schutztruppen tedesca era in primo luogo una forza di polizia, composta da 14 compagnie, il cui armamento era largamente vetusto. L’artiglieria era composta da una dozzina di cannoni pluricalibro, dal 105 al 37 mm.. Il parco di artiglieria verrà ulteriormente rinforzato con i cannoni recuperati da due navi, la Königsberg e la Mowe. Sul lago Vittoria i Tedeschi disponevano di due vapori armati, il Mwanza e l’Heinrich-Otto e sul lago Tanganika di quattro navi, la Hedwig von Wissmann, la Kingani, la Graf von Goetzen e la Wami. All’inizio della guerra, Von Lettow disponeva appena di tre camion, presto fuori uso, mentre i Britannici e più tardi i Sudafricani, ne potevano contare diverse centinaia. Va evidenziato che all’epoca un camion da tre tonnellate rimpiazzava il lavoro di oltre 120 portatori, tenuto conto che il carico utile di un portatore era al massimo di 25 chilogrammi (al quale andava sottratto il peso della razione viveri giornaliera, pari a circa 1 chilogrammo/uomo). Per poter aumentare il peso operativo trasportato, lo spostamento delle colonne era condizionato dall’obbligo di dover attraversare regioni nelle quali era possibile rifornirsi di derrate alimentari. In più i camion non temevano né le zanzare, né la mosca tze-tze, né le malattie tropicali e potevano inoltre affrontare itinerari interdetti alle carovane. In tali condizioni Von Lettow si trova pertanto costretto a reclutare una armata di portatori per rifornire la Schutztruppen in operazioni. Questa, prima della mobilitazione, era composta da 261 ufficiali e sottufficiali tedeschi e di 4.680 askari (5). Ogni compagnia era agli ordini di un capitano che aveva alle sue dipendenze 16 ufficiali e sottufficiali, tutti Tedeschi, e 160 askari. Ogni compagnia disponeva inoltre di due mitragliatrici come armamento di reparto. Dopo la mobilitazione dei coloni e dei riservisti, circa 2500 uomini, e il ricorso ai volontari di colore, Von Lettow risulta in condizione di mettere in campo una trentina di compagnie circa. Il comandante tedesco non ignorava di certo che in caso di guerra i Britannici avrebbero applicato il blocco marittimo ed in tale contesto egli era imperativamente obbligato ad acquisire una posizione migliore o più vantaggiosa, preparandosi pertanto all’offensiva. Il suo scopo era quello di ritardare l’inevitabile sconfitta, fissando in Africa il maggior numero di avversari, al fine di alleviare per quanto possibile il fronte europeo. All’inizio della guerra i britannici disponevano di tre reggimenti di fanteria facenti parte dei King’s African Rifles (Fucilieri africani del Re) con un effettivo di circa 1200 uomini ciascuno. Rispetto ai Tedeschi, essi risultano inizialmente in una condizione di inferiorità numerica, ma attraverso la mobilitazione dei coloni bianchi ed i rinforzi provenienti da tutto l’Impero, gli effettivi raggiungono e sorpassano rapidamente le 80 mila unità. I Belgi, dal canto loro, per controllare la loro immensa colonia del Congo, dispongono di 18 mila uomini di reclutamento locale, ma si tratta basicamente più di una forza di polizia che di un esercito in condizioni di affrontare un avversario europeo. I Britannici, con i mezzi di cui dispongono, hanno tre possibili linee di azione nei confronti dei tedeschi, o sbarcare nel punto di arrivo di una delle due ferrovie (Dar es Salam o Tanga) per utilizzarle, poi, come durante la progressione verso l’interno; o attaccare dal nord, a partire dal Kenya, per raggiungere rapidamente la ferrovia tedesca del nord e quindi progredire verso sud. Una terza opzione operativa era rappresentata da una azione combinata belgo-inglese, avanzando i primi dal Congo ed i secondi dall’Uganda, in modo da convergere su Tabora, sulla ferrovia Dar es Salam - Lago Tanganika. Questa manovra anglo-belga avrà effettivamente luogo, ma solo a partire dal 1916. In Africa orientale le ostilità hanno inizio l’8 agosto 1914 con il bombardamento della città, del porto e della stazione di Dar es Salam da parte di due incrociatori inglesi. I Tedeschi, secondo il piano stabilito da Von Lettow, passano immediatamente all’offensiva il successivo 14 agosto, ottenendo dei sensibili successi fra il Kilimangiaro e l’Oceano Indiano. I Britannici, non riuscendo a contenere l’offensiva tedesca, all’inizio del mese di novembre 1914, effettuano uno sbarco a Tanga, al fine di costringere i Tedeschi a combattere su due fronti. 16 navi britanniche sbarcano un corpo di spedizione di circa 8 mila hindù che viene peraltro fatto a pezzi. Il 5 novembre gli assalitori vengono costretti al reimbarco, abbandonando sul terreno un bottino che consente di equipaggiare e di rifornire la Schutztruppen per un anno intero. Nel mese di luglio 1915, i Britannici riescono a distruggere l’incrociatore Königsberg che dislocava 3.400 tonnellate e che era armato di 10 cannoni da 105 mm.. La nave tedesca il 20 settembre 1914 aveva colato a picco una nave britannica all’altezza di Zanzibar. Ricercato dalla flotta di Sua Maestà, l’incrociatore si era nascosto nella spessa vegetazione del delta del fiume Rufigi, ma una volta individuato esso viene attaccato da ben 16 navi inglesi. Il tiro delle navi viene aggiustato dall’aereo e l’11 luglio, dopo 5 giorni di bombardamenti, con quasi tutti i serventi fuori combattimento, il comandante Schoenfeld, anch’egli gravemente ferito, fa saltare la sua nave dopo averne sbarcato i cannoni, che saranno trasportati fino al lago Tanganika. Von Lettow, a causa del blocco marittimo, non era in condizione di ricevere alcun rinforzo e le sue perdite umane erano pertanto irrecuperabili e irreparabili. A partire dal 1915, egli opta per la strategia di un lento ripiegamento, inframmezzata da vigorosi contrattacchi, che provocheranno sistematicamente un effetto sorpresa nei suoi avversari. Alla fine del 1915, dopo lo sbarco dei 322 marinai della Königsberg e dei 102 della Mowe, il comando tedesco allinea nelle sue file 2.998 Europei e 11.300 Askari, ripartiti su 60 compagnie di fanteria e due compagnie e cavallo. I Britannici, non riuscendo a venire a capo della resistenza tedesca, chiedono rinforzi all’Unione Sudafricana che invia loro un corpo di spedizione di 15 mila uomini, agli ordini dei generali Luis Botha e sir Jacob Louis Van Deventer (1874-1922). Nel marzo 1916, dopo la creazione di 5 nuovi reggimenti King’s African Rifles, gli effettivi inglesi raggiungono la quota di 42 mila uomini. Nel mese di aprile 1916, allo scopo di prendere i Tedeschi a tergo, tre mila Portoghesi, provenienti dal Mozambico, attraversano il fiume Rovuma, ma vengono respinti, dopo aver abbandonato sul terreno una considerevole quantità di materiale. Nel giugno 1916 il generale Charles Tombeur baron de Tabora (1867-1947) comandante delle forze belghe sul fronte del Congo, lancia una potente offensiva sul lago Tanganika al fine di eliminare l’azione della marina tedesca. L’impiego di quattro idrovolanti consente ai Belgi la vittoria totale. Sul fronte del lago Kivu, i Belgi impegnano 12 mila africani, inquadrati da 719 quadri europei. Di fronte ad essi, nell’attuale Ruanda, le forze del capitano Max Wintgens (-1917), costituite da appena 3-400 Askari e meno di 20 Tedeschi, sono costrette a ripiegare. I Belgi entrano così a Kigali il 6 maggio ed a Kitega il 6 giugno 1916 ed il 19 settembre seguente i loro elementi avanzati si trovano già di fronte a Tabora. L’ultima carta a disposizione dei Tedeschi risulta ormai nella mobilità. Von Lettow provvede all’alleggerimento delle sue colonne, sopprimendo l’intendenza logistica e mantiene in servizio esclusivamente gli uomini validi. All’inizio del 1917, decide il ripiegamento nel sud della colonia intorno alla località di Liwale. Alla fine del novembre 1917, Von Lettow decide di portare la guerra in territorio portoghese ed a tal fine riduce il suo esercito a 320 Europei e 2 mila Ascari, per un totale di 15 compagnie. La sua artiglieria viene ridotta a soli due cannoni e vengono inoltre mantenuti 3 mila portatori, incaricati di trasportare le armi, le munizioni e i rifornimenti del servizio di sanità per un mese oltre a 12 giorni di viveri. Avendo alleggerito le sue truppe, non dipendendo più da itinerari tracciati in funzione dei magazzini di rifornimento e liberando progressivamente i portatori in funzione del consumo del loro carico, Von Lettow, che aveva anche fatto conto sul bottino che avrebbe potuto catturare al nemico, era ormai libero nei suoi movimenti. Il 25 novembre 1917, gli elementi d’avanguardia tedeschi attraversano il Rovuma e penetrano nel Mozambico, difeso da 75 mila uomini, dei quali 5.500 Europei. Il 27 novembre il posto di frontiera di Nomano, difeso da un migliaio di uomini, viene catturato con tutti i suoi magazzini intatti. I Portoghesi lasciano 200 morti sul terreno e diverse centinaia di prigionieri, fra i quali 150 Europei. Il 3 luglio seguente, a Namacurra, stazione sulla linea ferroviaria di Queliman, Von Lettow riporta un importante vittoria sui Portoghesi, nella quale gli avversari perdono circa 300 uomini e 421 prigionieri (fra i quali 122 Europei). Anche in questo caso il bottino risulta enorme, con il quale la truppa viene completamente reequipaggiata, anche se parte dello stesso deve essere distrutto per mancanza di portatori. Mentre gli Anglo-portoghesi, dopo essersi riorganizzati, impostano una controffensiva a partire da Queliman e Von Lettow decide a sua volta di marciare verso nord est, in direzione di Porto Amelia sulla costa dell’oceano indiano. A questo punto della lotta egli dispone ormai di solamente 176 Europei e 1500 Askari. Temendo la possibilità di un accerchiamento da parte delle forza avversarie, egli decide di lasciare il territorio portoghese, dirigendosi verso nord ovest. Il 29 settembre 1918, attraversando nuovamente il Rovuma egli rientra nella Deutsche Ostafrika e risale le coste del lago Nyassa, oggi Malawi. Nella località di Ubena, prendendo in contropiede i suoi inseguitori, cambia direzione, dirigendosi verso ovest ed invadendo la Rhodesia del Nord, dopo l’occupazione del posto di frontiera di Fifè. Il 9 novembre l’avanguardia, comandata dal capitano Spangerberg si impadronisce di Kasama, nell’attuale Zambia, dove Von Lettow lo raggiunge fra l’11 ed il 13 novembre con il resto della colonna. Nella notte fra il 13 ed il 14 novembre gli perviene un messaggio del generale sudafricano Van Deventer nel quale lo informa che la guerra era terminata con la vittoria alleata. Cominciano da quel momento delle discussioni, che durano fino al 25 novembre, durante le quale Von Lettow non vuole sentir parlare né di “resa senza condizioni” e neanche di “evacuazione senza condizioni”. Egli accetta unicamente di rimettersi volontariamente in potere del nemico, applicando, da soldato disciplinato, le clausole dell’Armistizio firmate in Europa. Ammirato da questo comportamento Van Deventer gli scrive: “In considerazione della maniera cavalleresca con la quale avete combattuto, gli ufficiali ed i graduati europei avranno il permesso di conservare le loro armi personali”. Il 25 novembre 1918, nella regione di Abercorn, nella Rhodesia del Nord, al suono mesto delle cornamuse inglesi e dopo che l’armistizio era stato firmato da 14 giorni, la colonna tedesca si schiera davanti alla Union Jack, issata su un palo di fortuna. Dietro al dottor Heinrich Albert von Schnee (1871-1949), governatore della Deutsche Ostafrika, e del generale Von Lettow Vorbeck, comandante in capo, 162 ufficiali, sottufficiali e richiamati tedeschi, come anche 1.156 Askari formano un grande quadrato. I Britannici rendono loro l’onore delle armi e quindi gli ufficiali di Sua Maestà si recano a presentarsi ed a salutare i loro omologhi tedeschi, prima di invitarli a pranzo. Un’aria di vecchia Europa soffia sulle verdi colline d’Africa. Ad Abercorn, sul Lago Tanganika, i Tedeschi vengono imbarcati a bordo di una nave inglese in direzione di Kigoma, per raggiungere poi Dar es Salam sulla ferrovia sulla Zentralbahn (ferrovia centrale tedesca). Lungo il percorso, belgi e britannici trattano i loro avversari con riguardo come l’ha scritto Von Lettow: “A Kigoma siamo stati trattati dai Belgi, che occupavano la città con una riservatezza piena di tatto che era richiesta dalla nostra delicata situazione … …, io ho ringraziato il comandante del luogo per le testimonianze cameratesche che ci aveva dato, sentimento che deve sussistere anche fra nemici che hanno motivo di stimarsi. … Noi abbiamo sofferto dalla mancanza di educazione di certuni ufficiali inglesi, ma questi sono stati dei casi eccezionali, senza dubbio essi erano di bassa estrazione”. A Dar es Salam, in attesa della navi che avrebbero dovuto rimpatriarli, il 10% dei sopravvissuti della campagna d’Africa muore di febbre spagnola. Il 28 giugno 1919, la Germania, tenuto conto che non era più nelle condizioni di riprendere la guerra, viene costretta a firmare il Trattato di Versailles che riconosce, contro ogni evidenza, la sua piena ed esclusiva responsabilità nello scoppio della guerra e decreta la sua decadenza coloniale per “aver mancato alla sua missione civilizzatrice”. L’affermazione della colpevolezza coloniale, die kolonial Schuldluge, forniva agli Alleati il diritto di impadronirsi delle colonie del Reich, anche se, in teoria, i vincitori occupavano le vecchie colonie tedesche a nome della Società delle Nazioni, che ne aveva loro affidato il mandato. Nel mese di marzo 1919, il maggior generale Lettow Vorbeck, ultima nomina a generale firmata dal Kaiser, rientra in Germania. Alla testa dei sopravvissuti della campagna africana, egli sfila in parata sotto la porta di Brandeburgo, a Berlino. Egli riceve successivamente il comando di una divisione della Reichswher con la quale interviene ad Amburgo a sostegno dei corpi franchi del capitano di corvetta Hermann Ehrhardt (1881-1971) (6) contro un’insurrezione comunista. Implicato nel putsch di Wolfgang Kapp (1858-1922) (7) egli viene posto in congedo senza pensione e si installa a Brema, dove diviene venditore di vino. Nel 1929 Von Lettow viene eletto fra i deputati del Partito Nazionale tedesco e siede nel Reichstag fino al 1930. Successivamente egli scrive le sue memorie (8), viaggia per tutta l’Europa, venendo ricevuto calorosamente in Gran Bretagna. Nel 1935 Von Lettow rifiuta la carica di Ambasciatore a Londra, offertogli da Adolf Hitler (-1945). Nel 1938 viene reintegrato nella Wehrmacht nella quale non esercita più alcun comando. I suoi due figli Rüdiger (1927-1940) ed Arndt, moriranno in combattimento il primo nel 1940 ed il secondo nel 1941. Al termine della seconda guerra mondiale con la Germania occupata, Von Lettow subisce una epurazione tanto ingiusta, quanto infondata. Privato nuovamente della sua pensione egli viene costretto a fare il giardiniere. Venutolo a sapere, il maresciallo Smuts organizza una sottoscrizione alla quale partecipano numerosi ufficiali britannici e sudafricani, che non mancano di esternare la loro indignazione ed il loro disprezzo alle nuove autorità tedesche. Nel 1953, su invito del Colonial Office, Von Lettow intraprende un viaggio nella vecchia Africa orientale tedesca, ormai divisa in Tanganika, sotto sovranità inglese ed il Ruanda-Urundi, amministrato dai Belgi. A Dar es Salam, nel momento in cui si presenta all’uscita dalla nave, la fanfara dei King’s African Rifles suona in suo onore la marcia della Schutztruppen, la famosa “Heia Safari”, mentre diverse migliaia dei suoi vecchi Ascari nelle loro uniformi gli tributano una ovazione. Von Lettow nuore ad Amburgo il 9 marzo 1964 all’età di 94 anni. In Germania, diverse strade e ben quattro caserme della Bundeswehr hanno portato il suo nome, a Brema, a Bad Segaberg, ad Amburgo-Jenfeld ed a Leer, ma, per effetto del soffio di un vento “politically correct”, le stesse hanno cambiato nome nel corso degli anni 2000.
NOTE (1) Per le operazioni militari vedasi Lugan Bernard, “Cette Afrique qui etait allemande”. Ed. Picollec, Parigi 1990 e Porte Remy, “La conquete des colonies allemandes. Naissance et mort d’un rêve imperial”, 14-18 Ed., Parigi 2006. (2) Lugan Bernard, “La guerra dei Boeri (1899-1902)”, Ed. Perrin, Parigi, 1998; (3) Lugan Bernard, “Histoire de l’Afrique du Sud des origines à nos jours” Ed. Perrin, Parigi, 1995 e Davenport T. R., “The South African Rebellion” in English Historical Review, gennaio 1963; (4) Si narra che il generale Botha abbia sdegnosamente respinto il loro aiuto, rimandandoli ai loro villaggi e facendo loro sapere che la guerra era un esclusivo affare tra “Bianchi”; (5) Soldati di colore al servizio dei Tedeschi nella sola Africa Orientale. Altrove si parta di “esploratori”. Ad eccezione del Sud Ovest africano, tutti gli altri territori dell’africa tedesca faranno ricorso al servizio di volontari di colore; (6) I Corpi Franchi del Baltico, sono stati i prodromi del fascismo tedesco; (7) Il Putsch di Kapp fu un tentativo di rovesciare la Repubblica di Weimar, messo in atto nel marzo 1920 da militanti di estrema destra i quali cercavano di cavalcare lo scontento provocato dalle imposizioni del Trattato di Versailles alla Germania. Esso fu attuato da parte dei freikorps prussiani contro l'imminente smobilitazione dell'esercito. A sollevazione cominciata, Wolfgang Kapp, funzionario della Prussia orientale e fondatore del Partito Tedesco della Patria, se ne pose a capo e insediò un suo governo a Berlino, il 13 marzo 1920. La reazione della Repubblica e della piazza costringerà Kapp a fuggire in Svezia il 17 marzo seguente; (8) Generale Paul Von Lettow Vorbeck, “La guerra di boscaglia nell’est africano (1914-1918)”, Payot, Parigi, 1933.
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