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Geopolitica

Il ruolo dell'acqua come risorsa strategica nello scenario mondiale

Perché l'acqua riveste un ruolo strategico nello scenario mondiale?


Jun 15 2002 12:00AM - Dott. A. RUGOLO


(Torino) “...Abramo rimproverò Abimelech a causa di un pozzo d’acqua che i servi di Abimelech avevano usurpato.”[1] (Genesi 21,22)

La Terra è il terzo pianeta del sistema solare, grazie alla sua posizione e alle particolari caratteristiche che la contraddistinguono, ha visto nascere e svilupparsi la vita in tutte le sue forme, dalle più semplici alle più complesse. Ricoperta dall’acqua per più di due terzi della sua superficie, “chiamiamo Terra la nostra dimora nel cosmo, ma Acqua sarebbe un nome più appropriato”[2]. Se guardiamo il nostro pianeta dallo spazio il signisicato di tale affermazione appare subito in tutta la sua evidenza...

L’acqua... che cos’è ?

L’acqua è un composto chimico cioè una associazione di atomi di diversa natura, principalmente di idrogeno e Ossigeno, con differenti quantità di sali minerali disciolti e altre sostanze. Per millenni si è pensato che fosse un elemento cioè che fosse indivisibile, lo stesso Aristotele usa l’acqua per spiegare cos’è un elemento:

“Si dice <> ciò dalla cui immanenza un oggetto risulta originariamente compostoe che è specificamente indivisibilein un’altra specie, come, ad esempio, elementi della voce sono le parti di cui è composta la voce e in cui questa viene definitivamente divisa e che non possono essere ulteriormente divise in altre voci che siano di una specie differente dalla loro, ma, anche se venissero divise, le loro parti sarebbero della medesima speciecome, ad esempio, è acqua una parte di acqua, mentre al contrario una parte di sillaba non è sillaba.”[3]

Solo molto più tardi si scoprì che non si trattava di un elemento bensì di una molecola. Ma una mera elencazione delle proprietà chimico-fisiche dell’acqua, seppur importante, è molto riduttiva del significato che l’Uomo le ha attribuito nel tempo.

La carenza d’acqua, la carestia e le guerre nel passato.

L’importanza dell’acqua come risorsa strategica è ben visibile già negli antichi testi religiosi che descrivono le origini di popoli che vivevano in territori aridi quali la Palestina, il Libano, l’Egitto. Nella Bibbia come nella Toràh si può vedere quanta parte abbia l’acqua sia nei rapporti tra persone dello stesso gruppo sociale che tra le diverse popolazioni ebree, egiziane, palestinesi, arabe.

L’acqua assume valenza divina, salvifica... l’acqua quale mezzo di Dio che purificò il mondo corrotto dall’uomo per mezzo del Diluvio Universale... l’acqua clemente, culla la grande tevà[4] sulla quale si mette in salvo Noè e le diverse specie di animali... poi nuovamente l’acqua che custodisce amorevolmente Mosè, “il salvato dalle acque”... l’acqua come simbolo di purificazione dal peccato originale nel Battesimo... la mancanza dell’acqua per contro è vissuta come simbolo di punizione divina; Origene[5], nelle sue Omelie sulla Genesi[6] ci fa capire quale importanza si attribuisse all’acqua nella terra di Abramo, infatti dice:

”Vediamo che cosa intanto faccia Abrahamo, dopo che Sara si é indignata. Scaccia l’ancella e il suo figlio ma tuttavia le da un otre d’acqua. Infatti sua madre non ha un pozzo d’acqua viva, e il bambino non poteva attingere acqua dal pozzo”(Genesi 26, 14 –19).

Dunque Abramo scaccia l’ancella ma le dà l’acqua per il viaggio, mandarla via senza significherebbe mandarla incontro a morte sicura.

Sempre nella Genesi (26,14), si dice: “Isacco ha i pozzi, e per questi anche sostiene lotte contro i Filistei”.

Origene spiega in chiave religiosa i termini “pozzo” e “acqua viva” ma io preferisco considerare i pozzi come realtà e dunque l’accenno a “lotte per i pozzi” va visto come l’indicazione di una vera e propria guerra per il possesso dell’acqua, acqua vista come vera fonte di salvezza[7] non tanto spirituale quanto fisica, reale.

I pozzi, le sorgenti, i fiumi sono oggetto di contese e discordie, spesso risolte con le armi o con la cacciata di un popolo dalle terre ricche del prezioso elemento, Isacco venne allontanato dalle terre in cui aveva trovato l’acqua il padre Abramo fino a che non viene stabilito un accordo tra lui e Abimelech:

“Tutti i pozzi che avevano scavato i servi di suo padre ai tempi del padre Abramo, i Filistei li avevano turati riempendoli di terra [..] I servi di Isacco scavarono poi nella valle e vi trovarono un pozzo di acqua viva. Ma i pastori di GERAR litigarono con i pastori di Isacco, dicendo: L’acqua è nostra! [..] scavarono un altro pozzo ma quelli litigarono anche per questo [..] Allora si mosse di là e scavò un altro pozzo per il quale non litigarono;” (Genesi 26,15-22). L’acqua come risorsa naturale: rinnovabile o esauribile?

In tutte le attività umane non si può fare a meno di considerare la rilevanza delle risorse naturali, sia nei processi di produzione che in quelli di scambio o di consumo. L’acqua normalmente non era intesa come risorsa oppure era considerata una risorsa inesauribile in quanto rinnovabile. Oggigiorno ha assunto sempre più una dimensione strategica.

L’inquinamento provocato dall’uomo o, per meglio dire, la “consapevolezza dell’inquinamento” che colpisce con sempre maggiore importanza l’acqua, ha fatto si che negli ultimi anni questa sia diventata, nella considerazione dell’uomo, una risorsa sempre meno rinnovabile e sempre più strategica. Philip Ball[8] nel suo libro “una biografia dell’acqua” cerca di mettere in evidenza la funzione strategica dell’acqua nel mondo, facendo notare in quali termini il problema dell’acqua entri in situazioni di crisi che si sono verificate nel passato in determinate aree geografiche attraversate da fiumi che attraversano macroregioni suddivise tra più Stati come nel caso del bacino del Colorado, del fiume Giordano nella guerra del 1967, delle falde acquifere sfruttate dalla Peabody Western Coal company che estrae il carbone dalla Black mesa, e utilizza l’acqua delle falde acquifere del territorio e che (probabilmente) ha causato l’asciugarsi dei pozzi usati dagli indiani Hopi.

L’acqua e il mondo moderno.

Se dovessimo cercare di capire perchè l’acqua è sempre più importante e sempre più considerata nel Mondo moderno, non potremo non prendere in considerazione quella che è la produzione legislativa dell’O.N.U. Il fatto stesso che l’ONU si sia occupata di questo argomento ci fà capire che l’acqua è una risorsa strategica. Adesso più del passato.

Già nel 1977 le Nazioni Unite proclamano il diritto dei popoli all’accesso all’acqua potabile in quantità e qualità pari ai loro bisogni essenziali[9]

Il problema dell’acqua nel ventunesimo secolo entra di diritto a far parte del più complesso problema del cosiddetto “sviluppo sostenibile”:

“La sostenibilità ambientale rappresenta una sfida che interessa tutti noi. Nelle nazioni ricche, i prodotti secondari e gli scarti della produzione industriale e delle attività agricole avvelenano i terreni e i corsi d’acqua. Nei paesi in via di sviluppo, la massiccia deforestazione, pratiche di coltivazione dannose e un processo di urbanizzazione incontrollato costituiscono le principali cause di degrado ambientale. “[10].

Il Segretario Generale usa termini chiari e, dati alla mano, dimostra quale sia l’ampiezza del problema dell’acqua, sia di per se stesso che in relazione a altri fattori quali l’aumento globale della temperatura dell’atmosfera, “Affrontare la crisi idrica” è l’imperativo che non può più essere procrastinato:

“Il consumo globale di acqua dolce è cresciuto di sei volte fra il 1900 e il 1995 — più di due volte il tasso di crescita della popolazione. Circa un terzo della popolazione mondiale vive già in nazioni che sono considerate "sottoposte a tensioni idriche" — vale a dire, dove i consumi superano del 10 per cento le disponibilità complessive. Se l’attuale tendenza continuerà, entro il 2025 due abitanti della Terra su tre vivranno in questa condizione.

Le sorgenti idriche soddisfano i bisogni di circa un terzo della popolazione mondiale. L’insostenibile sfruttamento di queste risorse, un fenomeno ampiamente sottovalutato, costituisce motivo di particolare preoccupazione. L’esaurimento delle sorgenti in quantità superiore rispetto alle capacità della natura di rinnovarle è largamente diffusa in alcune parti della Penisola Araba, in Cina, in India, in Messico nella ex Unione Sovietica e negli Stati Uniti. In alcuni casi, le falde acquifere vanno riducendosi da 1 a 3 metri ogni anno. In un mondo nel quale dal 30 al 40 per cento del cibo proviene da terre irrigue, questo fenomeno costituisce un problema essenziale per la sicurezza alimentare.”[11]

Ma il problema non è “solo” alimentare, di inquinamento, sanitario, religioso (come se non fosse abbastanza!) ma sempre più è un problema di conflitto di interessi legati all’esistenza stessa della popolazione, per cui sempre più si va verso situazioni a rischio tendenti a evolvere in crisi internazionali, conflitti , guerre...[12]

“In alcune delle regioni mondiali esiste già una fiera lotta sull’acqua necessaria all’irrigazione e alla generazione di energia elettrica, competizione che dovrebbe verosimilmente peggiorare man mano che la popolazione continuerà a crescere. Attualmente, il Medio Oriente e il Nord Africa sono assai gravemente colpite dalla scarsità idrica, ma entro i prossimi cinquanta anni l’Africa sub-sahariana si aggiungerà loro nel caso in cui la sua popolazione raddoppiasse o triplicasse.”[13]

L’acqua è sempre stata una risorsa strategica?

Per cercare di rispondere a questa domanda riassumerò brevemente ciò che è già stato detto fino ad ora, cercando di dimostrare che l’acqua è sempre stata una risorsa strategica. Gli antichi testi religiosi ci parlano del ruolo dell’acqua in relazione alla vita e alla morte, alla purificazione dal peccato, alle contese tra popoli riguardanti i pozzi, allo sviluppo in presenza d’acqua e alla morte in mancanza d’acqua... I moderni testi di diritto internazionale prendono in considerazione sempre più spesso il problema dell’acqua in relazione alla distribuzione della stessa, all’inquinamento, allo sviluppo sostenibile, alle carestie, ai conflitti legali e non tra uomini, società, popoli... Se non si può negare l’importanza degli antichi testi religiosi nell’antichità, e se allo stesso modo non si può negare l’importanza del diritto (internazionale e non) nella società moderna, considerato il fatto che l’acqua è soggetto principale prima dei testi antichi e poi del Diritto, si deve giungere alla conclusione che l’acqua è sempre stata una risorsa strategica. Si può aggiungere che, forse, non sempre ci si è resi conto di questo fatto, probabilmente per la minore densità di popolazione nelle zone a bassa presenza d’acqua, ma oggi l’aumento demografico (soprattutto nelle zone in cui l’acqua e scarsa) e l’aumentato consumo dovuto alle attività di produzione e all’inquinamento fanno si che l’acqua sia diventata un bene indispensabile per la sopravvivenza non del singolo ma dell’intera società umana attuale e futura quindi

"Dovrebbe essere dimostrata prudenza nella gestione di tutte le specie viventi e di tutte le risorse naturali, in conformità con i precetti dello sviluppo sostenibile. Soltanto in questo modo le incommensurabili ricchezze offerteci dalla natura potranno essere conservate e lasciate in eredità ai nostri discendenti. Gli attuali insostenibili modelli di produzione e di consumo debbono essere modificati nell’interesse del nostro benessere futuro e di quello dei nostri figli.”[14]

In conclusione ho voluto usare questa frase pronunciata durante la cinquantacinquesima Assemblea Generale delle Nazioni Unite perchè mi sembra che essa esprima bene la controversa natura umana, così ben rappresentata dal termine “Dovrebbe” che stà a significare che l’uomo capisce che stà sbagliando ma, allo stesso tempo, dubita della possibilità del raggiungimento della soluzione del problema essendo un problema troppo grande e troppo legato agli interessi strategici...

Argomenti di interesse da sviluppare:

Il concetto dell’acqua nelle religioni.

Secondo l’ebraismo:

Che cos'è l'acqua? Secondo il Midrash, l'acqua è sempre Torà. Così come l'acqua infatti, anche la Torà viene dal cielo e, così come non si può vivere senz'acqua, così non si può senza Torà...; L’acqua e l’Islam;

L’acqua nelle religioni e nelle filosofie orientali.

Il rapporto particolare tra l’acqua e le popolazioni nomadiche.

Carestie e guerre:

Le carestie e i giorni nostri. Si legge spesso che “le tre cause principali di una carestia sono la siccità, la guerra o la pestilenza. In realtà questi sono spesso solo gli eventi conclusivi che trasformano una situazione già intollerabile in un disastro completo.”[15]

Il Bengala Occidentale del 1770; Irlanda 1845, carestia delle patate; Bengala 1943; Nigeria 1968 e la guerra civile del Biafra. Etiopia 1984. Sahel 1972, 1978, 1984-85. L’acqua e la sua influenza sullo sviluppo delle civiltà. L’Uomo e il fiume... L’Uomo e il mare...

Bibliografia essenziale

Egidio Dansero, Pierpaolo Faggi, Augusto Biancotti, Sergio Conti, Pasquale Coppola, Alberto Antoniotto, Gabriele Ciampi, Giaccaria Paolo, Marco Antonsich, 2002, ciclo di lezioni tenute nell’ambito del IV modulo “Geografia polotica economica e antropologica” del 3° Master in Scienze Strategiche. Aristotele, 1982,Opere 6 Metafisica, Editori Laterza. Ball Philip, 2000, H2O una biografia dell’acqua, Rizzoli. Faggi Pierpaolo, Conventional Wisdom and local water: globalised irrigation in the Sahelian-KÜNG Hans, 2001, Ebraismo - passato - presente – futuro, BUR Saggi. Ohlsson Leif, 1995, Hydropolitics, The Role of Water and the Origins of Conflict, Zed Books.

Origene, 1978, Omelie sulla Genesi, Città Nuova Editrice.

Quinzio Sergio, Un commento alla Bibbia, 1991, ADELPHI.

sudanese Zone, tratto da Geographies of diversity Italian Perspectives.

L.Friday, R. Larskey, 1991, Il fragile ambiente, Edizioni Dedalo, Bari.

La Sacra Bibbia, 1996, versione ufficiale CEI, CEI – UELCI.

Le NAZIONI UNITE lavorano per costruire un mondo migliore, CD-Rom realizzato dal Centro di Informazione delle Nazioni Unite.

[1] Genesi (21,22-..), Abramo ed Abimelech concludono un’alleanza a Bersabea. Conclusa l’alleanza “Abimelech si alzò con Picol, capo del suo esercito, e ritornarono nel paese dei Filistei”.

[2] Philip Ball, H2O una biografia dell’acqua, pag. 33.

[3] Aristotele, Metafisica, libroV, 3.

[4] Arca.

[5] Origene è uno dei più importanti patriarchi del secondo secolo dopo Cristo.

[6] Omelie sulla Genesi, Città Nuova editrice, 1978, traduzione, introduzione e note a cura di Maria Ignazia DANIELI, pagg. 134 e 135.

[7] Si provi a considerare la diversa importanza che si può attribuire a questa frase utilizzando come chiave di lettura una prima volta la società di tipo nomadico in cui i pozzi rappresentano la vita per un nomade e per la sua famiglia, e la seconda volta una società di tipo stanziale quale quella romana del secondo secolo dopo Cristo.

[8] Philip Ball è un chimico inglese, inpegnato nel campo della divulgazione scientifica; nel suo libro “H2O una biografia dell’acqua” analizza l’acqua sotto diversi punti di vista, storico, scientifico, religioso, mettendo in evidenza il legame tra questo elemento e l’Uomo. Per lui “..l’acqua finirà per diventare un bene raro, con conseguenze potenzialmente incendiarie” (pag. 358).

[9] Report of the United NationsWater Conference, Mar del Plata, 1977.

[10] Rapporto del Segretario Generale A/54/2000, Noi i Popoli: il ruolo delle Nazioni Unite nel ventunesimo secolo.

[11] Rapporto del Segretario Generale A/54/2000, Noi i Popoli: il ruolo delle Nazioni Unite nel ventunesimo secolo.

[12] Leif Ohlsson, in Hydropolitics, riporta alcuni dati sulle dispute riguardanti i fiumi, dall’analisi di questi dati si può notare la dimensione globale del fenomeno. Tutti i più grandi fiumi sono stati oggetto di dispute, il Nilo, il Tigri e l’Eufrate, l’Indo, il Gange, il Brahmaputra, il Mekong, il Colorado, il Rio Grande, il Danubio per citarne solo alcuni. Pasquale Coppola e Eugenia Ferragina in “Lo scacchiere del Disagio”, articolo pubblicato sul n° 6 di Politica Internazionale (1997) mettono in evidenza come nel giro di 35 anni (dal 1985 al 2020) potrebbe aggravarsi la situazione del conflitto tra Israele e Giordania in relazione alla risorsa “acqua”, infatti Israele passerebbe da 501 mc annui pro capite di cui disponeva nel 1985 a 327 mc annui pro capite nel 2020. Nello stesso periodo di tempo la popolazione giordana passerebbe da 313 mc a soli 91 mc annui pro capite ...Questa eventualità porterebbe entrambi i paesi al di sotto della soglia critica dei 500 mc definita dalla Banca Mondiale e ciò spingerebbe i due stati a cercare delle fonti alternative di approvvigionamento d’acqua...

[13] Rapporto del Segretario Generale A/54/2000, Noi i Popoli: il ruolo delle Nazioni Unite nel ventunesimo secolo.

[14] NAZIONI UNITE: Assemblea del Millennio, cinquantacinquesima sessione dell’Assemblea Generale, Settembre 2000 — Settembre 2001

[15] Roger Whitehead, in Il fragile ambiente ( di L.Friday, R. Larskey), cap.V – Carestia, pagg. 105 e seguenti.

 

 

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