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Geopolitica

Analisi geopolitica del Marocco e del Sahara occidentale

Le risorse energetiche sono spesso la prima fonte di conflittualità


Jun 15 2002 12:00AM - Dr. Fabio FULVI


(Torino) 1 Ambiente esterno

Affacciato ad Ovest sull’Oceano Atlantico ed a Nord sul Mediterraneo, il Marocco confina ad Est con l’Algeria ed a Sud con la Mauritania. Il territorio, che comprende anche le due nuove regioni amministrative dell’ex Sahara Occidentale, costituisce la regione più ad Ovest dell’area del Maghreb. Per la sua posizione, e per lo sviluppo costiero di 2850 km, il Marocco dal punto di vista geografico ha una duplice funzione:

• porto privilegiato e diretto per l’accesso all’Africa settentrionale per i paesi d’oltre Oceano;

• “ponte” tra l’Europa e gli Stati Arabi del Maghreb ed al tempo stesso controllore (con la Spagna) dello stretto di Gibilterra, unico collegamento tra Mar Mediterraneo ed Oceano Atlantico.

Quest’ultima funzione sembra essere quella che più interessa la politica estera di questi ultimi anni. Infatti, pur non trascurando i tradizionali legami di amicizia e cooperazione economico-militare con gli Stati Uniti d’America, l’asse degli interessi nel campo industriale-militare tende a spostarsi verso i paesi europei che potrebbero assumere il ruolo di partner privilegiati. E questo grazie agli accordi siglati con l’UE nel 1996, volti a rinsaldare i legami con il Vecchio Continente al fine di permettere il rilancio dell’economia locale e, quanto prima, l’inserimento del Marocco quale membro titolare dell’Unione Europea stessa. Il Regno del Marocco è una delle monarchie più antiche del mondo. Fondata 12 secoli fa, la monarchia è il garante dell’unità del Paese e della libertà dei cittadini. Il Marocco ha mantenuto il suo attaccamento alle fondamenta tradizionali anche se si è avviato sulla via del modernismo. Il Re del Marocco incarna sia l’Autorità spirituale che temporale: Rappresentante Supremo della Nazione, Simbolo della sua unità, garante delle perennità e della continuità dello Stato, provvede al rispetto dell’Islam e della Costituzione. Egli tutela i diritti e le libertà dei cittadini, dei ceppi sociali e delle collettività e garantisce l’indipendenza della Nazione e l’integrità territoriale del Regno nei suoi confini autentici. Da più di 13 secoli, l’Islam è il cemento che ha dato a questo popolo l’unità spirituale, segreto della coesione di una nazione dalle origini diverse, e della continuità di un stato secolare. La scelta dottrinale che ispira le istituzioni e gli equilibri che mantengono questa nazione, nell’unità, da quasi 14 secoli è l’Islam ortodosso, fondato sulla ‘’Sunna’’ (la tradizione del Profeta), come fonte fondamentale dopo il Corano. In altre parole, una pratica religiosa, attenta a salvaguardare nello stesso tempo la salvezza della comunità temporale e la sorte del credente presso Dio, sarà fondamentalmente improntata alla moderazione, alla ricerca di equilibrio, alla tolleranza, allo sforzo di adattamento basato sul sistema di riferimento ortodosso (Ijtihad).



2 Gerarchie di aree

La politica straniera fa parte di un campo riservato al Re. Dalla conquista araba della Spagna, alla Seconda Guerra Mondiale ed al conflitto israelo-arabo, il Marocco ha costantemente avuto un ruolo internazionale sovra-dimensionato rispetto alla sua estensione. Lo deve sia alla sua posizione geostrategica di bivio sia al volontarismo di alcuni dei suoi sovrani come il defunto Re Hassan II. A partire dal 1975, la questione del Sahara diventa il cardine della politica estera del Marocco. Oggi, se l’ancoraggio all’Europa è la priorità strategica del Regno, Il Marocco continua ad coltivare i suoi rapporti privilegiati con gli Stati Uniti grazie in particolare al ruolo che riveste nel Medio Oriente e alle sue amicizie tradizionali con molti paesi africani. Si può dunque dire che il Marocco ha una quintupla vocazione: araba, islamica, africana, maghrebina ed euro-mediterranea. Il Regno del Marocco è un Paese che ha conquistato nel consenso internazionale un’immagine di equilibrio, solidità e motivazione nella risoluzione delle controversie internazionali. Tali caratteristiche sono ampiamente riconosciute in tutte le relazioni intrattenute con i Paesi arabi. Infatti, storicamente, tale paese ha sistematicamente svolto opera di mediazione tra i Popoli dell’Islam, su posizioni moderate, ma, soprattutto, ha sempre sostenuto le loro ragioni, quando giustificate, al di fuori di tale ambito, nei confronti della Comunità Internazionale. Ciò garantisce un credito nelle relazioni con i paesi arabi, compresi quelli non prossimi ai confini, quali Egitto, Arabia Saudita, Iran. Gli interventi più importanti che hanno sempre caratterizzato la politica di anello di collegamento e di dialogo tra Islam e nazioni occidentali sono stati:

- il miglioramento delle relazioni con l’Iraq, dopo la guerra del Golfo che ha visto il Marocco partecipare attivamente alla Coalizione, consolidato con l’annuncio congiunto del 1997 sulla necessità di un miglioramento delle relazioni economiche ed il sostegno del Paese alla causa della rimozione dell’embargo nei confronti dell’Iraq, fatto questo che ha suscitato vasto consenso nel mondo arabo;

- la partecipazione alla missione di pace in Bosnia;

- il sostegno alle difficoltà economiche della Libia, concretizzato con la proposta di inserire tale paese nelle relazioni CEE - Africa settentrionale, anche ciò favorevolmente accolto dalla comunità araba maghrebina;

- l’Accordo di Houston con l’ONU, relativo alle modalità di svolgimento del referendum per la sovranità del Sahara occidentale.

Di particolare interesse sono le relazioni che il Paese ha ormai intrapreso da alcuni anni con l’Iran e la Libia, sia per la loro valenza politica sia per il loro spesso controverso, rapporto con gli Stati del mondo arabo – musulmano. In particolare, per quanto riguarda l’Iran, le relazioni hanno registrato un netto miglioramento soprattutto nel settore economico. Il riavvicinamento alla Repubblica Islamica dell’Iran è determinato dalla necessità di far uscire tale paese dall’isolamento regionale e mondiale, allo scopo di smussare alcuni aspetti della sua politica estera che, in nome dell’ideologia della rivoluzione sciita, tende a contrapporsi alle tendenza di equilibrio e cooperazione internazionale anche con Paesi non musulmani in particolare USA, Unione Europea e Giappone. Per quanto attiene alla Libia, il Marocco auspica di riportare anche tale Nazione nell’ambito della legalità internazionale evidenziando comunque che, condizione necessaria e sufficiente ad un suo sdoganamento politico ed alla fine dell’embargo imposto a suo tempo, sia l’abiura da parte libica ad appoggiare qualsiasi forma di terrorismo.



3 Confini e frontiere

Le problematiche sorte a partire dal 1956, anno dell’indipendenza del Regno, con i paesi confinanti, possono essere considerate come il risultato di dispute in merito ai confini territoriali, ereditati dal periodo coloniale. In generale, le relazioni con gli altri paesi del Maghreb non sono mai state delle migliori ma dopo le crisi degli anni ’70 e ’80, sono significativamente, anche se non stabilmente, migliorate sul finire dello scorso decennio. Infatti, le relazioni diplomatiche con l’Algeria sono state riprese nel maggio 1988 mentre quelle con la Mauritania, sospese nel 1981, sono state riprese nel 1985. L’accordo per la costituzione dell’unione dei Paesi maghrebini (UMA, Union of Arab Maghreb), risale al febbraio 1989. Inoltre, nel 1990 e 1991, il Marocco ha stretto nuovi trattati bilaterali, non solo commerciali, con Algeria e Libia. Le tensioni con l’Algeria, dovute alla guerra del Golfo, al fenomeno dell’integralismo islamico, ai rapporti con il Polisario, in periodi successivi, dal ’90 al ’95, si sono recentemente attenuate e le relazioni attuali possono essere definite buone. La parziale riapertura delle frontiere con l’Algeria, chiuse dal ’94, rappresenta un fattore chiave nella politica del Marocco e nel processo di miglioramento dei rapporti tra tutti i paesi dell’UMA. Il fatto che il miglioramento dei rapporti commerciali Marocco/Algeria rappresenti un fattore chiave per lo sviluppo dell’economia di tutta l’Africa Settentrionale ha rappresentato un elemento di successo della politica estera. La Mauritania, superate le passate difficoltà relative al Sahara Occidentale, attualmente è concentrata sulla risoluzione dei propri problemi interni e pertanto non frappone difficoltà nei suoi rapporti con il Marocco.



4 Movimenti di merci e capitali

Il Marocco vanta le più estese riserve di fosfati del mondo, un settore agricolo diversificato, un settore ittico sviluppato, un’industria del turismo efficiente, un settore manufatturiero (vestiario) in via di espansione ed un considerevole introito di valuta derivante dalle rimesse di denaro effettuate dagli emigrati. La produzione e la esportazione di cannabis giocano, altresì, un ruolo determinante nell’economia nazionale, soprattutto nella parte nord del paese. La maggior parte dell’attività commerciale è effettuata con l’Europa, in particolare la sola Francia riceve un terzo delle esportazioni ed effettua, nello stesso tempo, cessioni di prodotti per circa un quarto della sua produzione dedicata all’estero.

Il governo marocchino sta perseguendo un programma di riforma economico, sostenuto dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale fin dai primissimi anni ottanta. Sono state ridotte le spese relative all’apparato statale, riesaminato il sistema fiscale, riformato il sistema bancario, avendo intrapreso un’appropriata politica monetaria, basata su una diminuzione dei beni d’importazione, una riduzione delle tariffe doganali ed una liberalizzazione del regime attinente allo scambio valutario con i Paesi esteri. Le riforme poste in essere hanno contribuito ad aumentare il reddito pro capite, abbassare l’inflazione e ridurre il deficit fiscale, nonché le spese di parte corrente.



5 Reti generate dal movimento

Fin dai primi anni 90, la strategia del governo del Marocco è stata quella di migliorare significativamente le relazioni con i paesi della Comunità Europea, sia da un punto di vista politico sia economico, anche attraverso accordi bilaterali di cooperazione e di interscambio commerciale. Tali accordi sono stati, di fatto, lo strumento principale utilizzato per capitalizzare nel breve termine la rendita dovuta alla posizione strategica del Marocco. La necessità di migliorare la collaborazione con i paesi europei è stata resa ancora più importante dal rallentamento delle attività connesse alla politica di cooperazione della comunità maghrebina. L’accordo firmato nel febbraio del 1996, di associazione alla Comunità Europea, rappresenta un passo fondamentale sia nel processo di inserimento nell’Europa sia per le rilevanti risorse finanziarie che deve rendere disponibili. Tale accordo prevede, infatti, un finanziamento da parte della Comunità Europea circa 1.000 milioni di Dollari per ristrutturare le piccole e medie imprese marocchine. Di questi, circa la metà dovranno essere forniti da un fondo creato da 12 paesi europei che solo in parte hanno già firmato il relativo accordo di associazione. La rimanente metà dovrà essere fornita dalla Banca Europea degli investimenti. In particolare le relazioni più importanti sono intrattenute con i paesi di seguito elencati. Francia con la quale si sono intensificati gli scambi, finalizzando specificamente alcuni accordi che tra l’altro prevedono:

- l’impegno del Governo Francese ad annullare il debito marocchino di 45 milioni euro ed a triplicare gli aiuti economici , sbloccando finanziamenti per 170 milioni di euro ed investimenti pari a 65 milioni di euro per l’acquisto di società privatizzabili e la realizzazione di progetti di sviluppo;

- l’attribuzione ad una società francese della gestione della distribuzione di acqua ed elettricità nella città di Casablanca;

- l’approvvigionamento di ulteriori pattugliatori ed unità di supporto da acquistare a seguito di credito agevolato e da impiegare, con equipaggi della Marina Reale, nella zona atlantica a tutela del patrimonio ittico e nella zona mediterranea nella lotta alla droga;

Spagna, con la sigla di accordi di cooperazione nei settori economico-finanziario, industriale, tecnologico, culturale, della tutela dell’ambiente e del salvataggio in mare.

Giappone, con lo sviluppo della cooperazione per la costruzione di ulteriori centri di pesca nelle località del versante atlantico; Russia, con l’incentivazione degli accordi di pesca che autorizzano unità navali russe ad operare nella zona di pesca atlantica del Regno, in particolare di fronte alle coste del Sahara Occidentale. Tali accordi non hanno valenza esclusivamente economica, ma anche politica, in quanto investendo esclusivamente le coste delle province sahariane, essi sono un implicito riconoscimento da parte di Mosca della sovranità del Marocco sul Sahara Occidentale. Nell’ambito della sua politica di diversificazione degli scambi commerciali, il Marocco ha anche firmato con i 4 paesi dell’AELE (Svizzera, Norvegia, Liechtenstein, Islanda) nel giugno 1997 a Ginevra, un accordo per l’istituzione di una zona di libero scambio. L’accordo consente di rafforzare e di approfondire i rapporti commerciali con paesi che il Marocco considera come strategici. Le disposizioni dell’accordo si ispirano essenzialmente alle disposizioni dell’accordo di associazione Marocco-UE, vale a dire uno smantellamento tariffario graduale dei prodotti industriali da parte del Marocco su un periodo transitorio di 12 anni, in cambio di una apertura immediata del mercato dell’AELE.

Negli ultimi tempi, inoltre si nota un' attivismo insolito, un'intensificazione della presenza USA nel Maghreb e nel Marocco in particolare. Qualificate delegazioni governative, parlamentari, militari, di businessman e rappresentanti di società petrolifere, di banche fanno la spola fra gli USA e le principali città marocchine. Nel Maghreb, area tradizionalmente legata all'Unione Europea, l'iniziativa americana sembra evolvere da azione ordinaria a strategia, di lungo corso, mirante a giocare un ruolo sul piano politico, militare e in particolare su quello economico-commerciale. Gli americani puntano chiaramente ai mercati, agli idrocarburi, ma anche ad influenzare gli assetti politici e militari maghrebini. E perché no, a propagandare il loro campionario di armi e di congegni bellici. La presenza americana nel Maghreb è del tutto legittima, ma pone qualche problema, in primo luogo, all'Europa e al progetto d'integrazione euro - mediterranea, poiché si pone come ipotesi concorrenziale e punta dritta al cuore della questione maghrebina: al petrolio e agli armamenti, per rafforzare la stabilità dei regimi al potere impegnati a garantire il meccanismo di produzione e di rifornimento. Siamo di fronte ad un intreccio ben coordinato di azione politico - diplomatica e promozione commerciale, di cui si avvantaggiano le grandi corporations americane, soprattutto produttrici di sistemi d'arma e petrolifere in cerca di nuovi mercati e di nuovi permessi di prospezione e di fruttuosi accordi per la commercializzazione degli idrocarburi.



6 Stress geopolitico



a. Problema del Sahara Occidentale

La Repubblica araba saharawi democratica, nota come Sahara occidentale, è un’ex colonia spagnola abitata da nomadi. Nonostante subisca da anni un processo di desertificazione è contesa per la presenza dei giacimenti di fosfato (sfruttati per anni dal regime di Franco). La disputa, in corso dal ’73, tra l’esercito marocchino e il Fronte Polisario, sembrava potersi risolvere col referendum per l’autodeterminazione del popolo Saharawi che si sarebbe dovuto svolgere, secondo il piano ONU sottoscritto dalle due parti nel dicembre 1998, ma il Marocco ha ostacolato e rinviato l’evento. Il piano di pace sancito dall’ONU per la risoluzione del contenzioso sul Sahara Occidentale prevede, oltre all’immediata entrata in vigore del cessate il fuoco, l’avvio delle operazioni preliminari per lo svolgimento del Referendum di Autodeterminazione sul Sahara Occidentale, e l’insediamento della Missione delle Nazioni Unite per tale consultazione. Dopo un lungo periodo di stallo, il Marocco è pronto diplomaticamente alla ripresa dell’attività per dare un segno di disponibilità all’azione svolta dagli Stati Uniti, il cui interesse politico economico per il continente Africano è in progressivo aumento. E’ da ritenere, inoltre, che il progressivo indebolimento della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD) abbia indotto i suoi vertici ad abbandonare la richiesta di una totale indipendenza, facilitando l’avvio di una fase negoziale suscettibile di favorire una soluzione del contenzioso. E’ da evidenziare che il probabile superamento del contenzioso nel Sahara Occidentale, contribuendo alla distensione dei rapporti tra i paesi dell’area, fa intravedere ricadute positive anche su:

- Unione del Maghreb Arabo ( UMA ),la cui attività è stata congelata dal 1995 per protesta contro l’aiuto fornito dall’Algeria al popolo Saharwi;

- Organizzazione dell’Unità Africana ( OUA ),con il rientro del Marocco dopo esserne uscito a seguito del riconoscimento della RASD da parte dell’Organizzazione stessa.



b. Questione di Ceuta e Melilla

La sovranità Spagnola sui presidi, sotto l’aspetto geografico, costituisce una spina nel fianco per l’integrità territoriale del Regno. L’occupazione da parte di Madrid di queste due aree sul litorale fa si che il Mediterraneo diventa un mare parzialmente precluso al Regno; che, pur avendo un ampia apertura costiera sullo stesso, non può essere considerato una potenza in questo bacino. Inoltre, l’esistenza di una base militare spagnola su tali coste rappresenta, indubbiamente, una pericolosa fonte per un ipotetico conflitto. Per i riflessi in ambito internazionale, è interessante costatare anche il punto di vista della NATO su tali zone.

In effetti, pur essendo la difesa di Ceuta e Melilla prevista espressamente dalla Costituzione Spagnola, nel trattato di adesione alla NATO non figurano inseriti tra i territori difesi dalla stessa tali possedimenti spagnoli.

La NATO ha volutamente lasciato in sospeso la complessa questione della loro “copertura” per non alterare i difficili equilibri politico-internazionali dell’area del Maghreb.



c. Rapporti con il fondamentalismo islamico

Il Fondamentalismo islamico è diventato una minaccia “regionale”. Infatti, la nuova ondata di integralismo islamico, che ha già investito Sudan, Algeria, Egitto, Tunisia, Libano ed Israele, tende a propagarsi all’estremità occidentale della sponda Sud del Mediterraneo. I singoli movimenti fondamentalisti non agiscono più isolatamente, ma tendono a collegarsi tra loro. Pertanto, nessun paese del Maghreb può più disinteressarsi a quanto accade all’interno degli altri Stati della regione. Nel Regno, lo sviluppo di tale tendenza estremista può essere favorito dal senso di malessere e di crisi economica, sociale, demografica e politica che attualmente lo colpisce e può, pertanto, costituire una minaccia per la sicurezza interna. Inoltre, una ripresa di movimenti integralisti islamici potrebbe far degenerare la situazione nelle enclaves di Ceuta e Melilla, sostituendo l’azione diplomatica, in atto con la Spagna per la restituzione al Regno delle due città, con attentati terroristici.



7 sintesi: scenario

La felice collocazione geografica del Marocco, oggi enfatizzata dalle due nuove regioni del Sahara occidentale, gli ha sempre garantito una rendita di posizione utile a stabilire rapporti privilegiati con l’Occidente e, storicamente con gli Stati Uniti. Tale posizione, oltre a garantire adeguata visibilità e dignità al paese in ambito internazionale, ha di fatto reso possibile un costante flusso di investimenti esteri, indispensabili a rivitalizzare l’economia interna ed ammodernare l’industria nazionale. Una costante attività di mediazione nel processo di pace nel Medio Oriente, nei rapporti tra i paesi arabi e tra questi e l’Occidente, unite ad una visibile partecipazione alle iniziative dell’ONU, garantiranno al Marocco una credibilità internazionale che potrà, di fatto, affiancarsi, senza sostituirla, agli storici rapporti privilegiati con gli Stati Uniti. In ambito regionale, il miglioramento delle relazioni con l’Algeria potrà contribuire a rivitalizzare tutta la comunità maghrebina, in cui il Marocco si candida come leader naturale e power brocker nei confronti della comunità internazionale.



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http://www.janes.com

http://www.tradecompass.com/library/books/com_guide/MAROCCO02.html

http://www.ambasciata delmarocco.it

http://www.mincom.gov.ma

http://www.maghrebarab.org

 

 

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