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LA' DOVE E' INIZIATA E POTREBBE FINIRE LA STORIA DELL'UOMO I tre fenomeni imprevisti che stanno accelerando la conclusione della vicenda umana 09/08/2016 - (Costa dei Draghi - Greccio (Rieti)) LA' DOVE E' INIZIATA E POTREBBE FINIRE LA STORIA DELL'UOMO La Storia dell'uomo, a quanto si dice, è iniziata tra il Tigri e l'Eufrate e, stando agli avvenimenti che si sono verificati ultimamente in quall'area, non potrà che finire negli stessi luoghi dov'è iniziata. E non siamo poi tanto lontani da quella data. I popoli solitamente si guerreggiano, scelgono sistemi di governo, regimi e dittature, fanno stragi e genocidi e nulla mai accade sulla faccia della terra che cambi questa infame ciclica sequenza di stragi e nefandezze.. La storia è sempre uguale a sé stessa. I fatti si ripetono ciclicamente. L'uomo, i popoli, cambiano linguaggi, abitudini, vestiti ed armamenti, ma anche essi non cambiano mai. Tutto si ripete, con dramnmatica monotonia, e tutti ripetono sempre gli stessi errori. Da uan parte popoli lavoratori che progrediscono con sacrificio, dal'altra orde barbariche di uomini rozzi, selvaggi, poco o per niente progrediti, che si riversano ciclicamente in territori pacifici, civilizzati e li saccheggiano, ne uccidono gli abitanti, ne sconvolgono i costumi e la storia, ne abbattono i simboli e i monumenti, bruciano ogni cosa e cancellano sacrifici, speranze ed ideali. E leggendo la storia sui libri che ne conservano il ricordo, tutto comunque sembra procedere senza sconvolgimenti particolari. Ciò che è stato distrutto, sarà ricostruito. Ai morti subentreranno i nuovi nati, o, il più delle volte, gli invasori. Così è andato il mondo fino ad ora. Ma adesso sembra che la storia si sia fermata. Le orde barbariche che provenivano dal nord dell'Europa (perché dell'Europa stiamo parlando... non per nulla si chiama Continente Vecchio) bene o male si fondevano, trasmettevano e acquisivano costumi e linguaggi, i matrimoni o gli stupri erano tra bianchi e semmai le razze venivano a migliorarsi. Persino le invasioni turcomanne, le terribili invasioni del Feroce Saladino, al netto delle feroci crocifissioni e impalature di Cristiani, alloa fine si rivelavano un progresso, portavano arte, cultura, scienza. Questo sistema è andato avanti ininterrottamente per millenn. Ma adesso, dopo il degrado irreversibile dei popoli occidentali (l'Europa e gli Stati figli: Australia, Americhe), si è interrotto; si è fermato per sempre. Oggi le orde barbariche, gli invasori, i sevaggi, provengono dal Sud del Mondo, dall'Africa più nera che si possa immaginare e dal nevrastyenico e surreale Medio Oriente, maledettamente sostenuto dalle regalie di mezzi, armamenti sofisticati e munizioni, da parte dei ricchi produttori di petrolio dell'Arabia Saudita, sembrerebbe soprattutto dal Qatar, dalla civilissima Persia dello Scià trasformatasi nello Stato canaglia dell'IRAN, persino dalla civilissima Turchia ormai proiettata verso il declino sociale e civile a causa del misticismo di facciata di un dittatorello che nessun intelligente e progredito Turco è stato capace di neutralizzare. E il peggio deve ancora venire. Gli uomini sono di varie razze, ma non sono tutti uguali, non hanno tutti gli stessi istinti, gli stessi modi di sentire, le stesse esigenze e soprattutto non possiedono le medesime intelligenze. E' perfettamente stupido insistere nell'affermare che gli individui, qualunque sia la loro razza, sono tutti uguali. Si tratta di fandonie politicamente corrette che fanno coppia con le stupidaggini dello stesso genere, come ad esempio i termini al femminile di assessora, sindaca e presidenta che spero facciano vomitare l'intera Accademia della Crusca. Quando dico che gli esseri viventi delle varie razze umane non sono tutti uguali... mi riferisco ai loro diversi modi di percepire l'altro, diverso da loro; mi riferiscoalla incapacità congenita, viscerale, di comprenderne i sentimenti; parlo della diversa propensione ad avere pietà per chi soffre, alla differente predisposizione a scusare l'errore, a perdonare, alla differente capacità di adeguarsi al sentire dell'altro diverso da loro o di accettarlo. Penso al differente atteggiamento nel porre impegno per il progresso comune del genere umano ed all'inclinazione atavica oltre che alla tendenza connaturata ai nuovi barbari, invasori della civiltà occidentale, di distruggere tutto ciò che non coincide con il loro mondo, con le loro comunità di appartenenza, di negare la legittimità della storia, del progresso e di tutto ciò che sta al di fuori della loro visione di società. La normale evoluzione dell'uomo ha subìto arresti e modifiche non previsti dall'algoritmo naturale che regola la vicenda umana, come ad esempio la scoperta del petrolio, l'avvento delle macchine, l'impiego dell'energia nucleare, l'impiego della bomba atomica, la scoperta delle onde elettromagnetiche ed il loro ormai diffuso impiego, soprattutto nella trasmissione delle immagini e delle parole. Questi passaggi, imprevisti nel disegno naturale, hanno conferito ad alcuni popoli, in modo anomalo (cioè non come frutto della loro naturale evoluzione, ma come acquisizione metafisica indotta), la convinzione di essere popoli superiori, in un certo qual modo favoriti da Dio e quindi di poter disporre del destino e della vita di altri uomini, di altri popoli, meno dotati nell'intelletto o addirittura provvisti di istinti e logiche del tutto diversi da quelli sperimentati dalle civiltà dominanti. In modo diverso da come avveniva nelle civiltà più progredite, agli albori della vicenda umana, quando si confrontavano soprattutto la forza e l'astuzia umane e laddove vinceva il più forte e il più ricco e perdevano il più povero e il meno progredito. Oggi non accade più lo stesso. Oggi può vincere chiunque. Un solo uomo (una sola donna o addirittura un bambino), insomma un solo soggetto che la vulgata giornalistica mondiale ha definito erroneamente kamikaze. Si tratta comunque di un solo individuo che è in grado di disporre della vita di decine o centinaia di persone. Anche migliaia, se pensiamo alle vittime della distruzione delle Torri gemelle di New York. I fenomeni inaspettati di cui sopra hanno inoltre sbilanciato gli equilibri geo-strategici del mondo generando un altro e ben più temibile fenomeno imprevisto, ossia quello dell'annullamento delle distanze. Siamo infatti spettatori inermi del fenomeno della conoscenza istantanea di fatti e accadimenti che avvengono a distanze enormi da noi, addirittura nell'emisfero opposto. Fatti che non avremmo mai conosciuto o che avremmo conosciuto dopo tanto tempo. Accanto a questa possibilità, l'opportunità concreta di raggiungere terre lontanissime dall'area geografica dove è stanziato un popolo, con ordigni esplosivi dall'enorme potere distruttivo. Da ultimo, si è verificato lo stupefacente fenomeno della miscelazione delle razze, della confusione degli idiomi, della rinuncia agli usi e ai costumi dei propri avi a favore di usi e costumi pressoché tribali, dell'invasione lenta ed inesorabile del mondo evoluto. Un mondo ormai fragile e indifeso quello cosiddetto occidentale, diventato l'obiettivo preferito da parte di milioni di individui di varie razze, in apparenza senza meta, senza obiettivi, piuttosto incoscienti che sfidano la morte per annegamento, affrontano ricatti, schiavitù, sfruttamento e talvolta torture (quando non sono addirittura uccisi). Tutte cose che avvengono nei campi di raccolta profughi temporanei (sic!...) governati da criminali. Una costante è l'annegamento nel corso delle traversate del Canale di Sicilia, a bordo di mezzi fatiscenti, non idonei alla navigazione e appesantiti da un eccesso di passeggeri almeno dieci volte superiore alla portata massima. Bisogna proprio essere dei deficienti per desiderare di diventare carne da macello. Oppure c'è dietro una regia non nota ai servizi di intelligence occidentali. Insomma, i governanti italiani ed europei ci stanno costringendo ad assistere, inermi, immobili, al fenomeno di una nuova e più temibile Babilonia. Da questi fenomeni e dai fatti che ne conseguono, nasce e si sviluppa l'accelerazione alla conclusione della civiltà umana. Dapprima soccomberà quella più evoluta, a causa di queste insostenibili invasioni barbariche che gli Stati moderni, le cosiddette democrazie rappresentative, non sono in grado di interrompere o almeno di regolare. I vincitori della Seconda Guerra Mondiale si sono preoccupati, da una parte, di accendere la miccia del terrorismo allorché hanno consentito che si formasse lo Stato di Israele in quel punto caldo ed esplosivo che sappiamo; dall'altra, di costruire un muro.. una barriera ideologica indistruttibile... con i mattoni dell'antifascismo viscerale. Il risultato è stato quello di dividere il popolo di una stessa nazione in due partiti avversari e contrapposti: gli antifascisti e gli anticomunisti. Due parti che si accusano, si offendono, si perseguitano, si contrastano, si impediscono l'un l'altra di far avanzare il Paese. Tuttavia, due partiti che hanno messo in pratica la teoria dei due forni in tutto ciò che passa dalle loro mani: concordi nell'aumentarsi le prebende e i benefici, concordi nel produrre leggi elettorali che impediscono la governabilità, affamati di poltrone e incarichi con programmi di progresso che non vengono mai attuati e con finanziamenti che vengono puntualmente dissipati (eufemismo adatto ad indicare l'uso distorto del danaro pubblico). Attorno a questo muro, dal famoso 25 aprile in poi, si sono sviluppati i germi dell'avvelenamento sociale (nazionale, europeo e mondiale), della stagnazione del Paese, della distruzione delle logiche amministrative e politiche e della modifica in peius di tutto il corpo legislativo su cui si reggeva un Paese di lavoratori probi e onesti, di famiglie legate e produttive, di imprenditori e commercianti accorti e legati al destino dei lavoratori dipendenti. Questi germi distruttivi della società, in ogni nazione occidentale prendono nomi diversi e si presentano con svariate fisionomie, ma hanno in comune gli stessi principi politically correct che sono in continua evoluzione e che hanno paralizzato storia, costume, lingua, aspirazioni, sentimenti, di ogni strato sociale. Principi che hanno prodotto ostracismo verso l'autorità in genere, sindacalismo ciarlatano, inconcludente, sfruttatore, venduto e irregolare, droghe libere, oblìo dei concetti e dei termini di Patria, Bandiera, Confine di Stato, Famiglia, Radici Cristiane della civiltà. A questi se ne aggiungono altri, come ad esempio le mancate tutele dei prodotti del Paese, la cancellazione dei dazi, l'apertura delle frontiere, l'educazione esasperata al consumismo più indiscriminato, ossia la cosiddetta (maledetta) globalizzazione. Successivamente, dopo la progressiva invasione del mondo occidentale da parte delle orde barbariche, che nessun si sogna di interrompere, siamo costretti dai nostri governanti ad osservare l'incapacità dei barbari di integrarsi, di adottare come nuovo stile di vita le attività sociali, economiche ed industriali, frutto dei sacrifici e del progresso occidentale. Nessun governante si accorge che questi individui sono inadatti a mantenere in vita i sistemi occidentali di cooperazione, di produzione, di commercio e di finanza. Tutti fanno finta, non si capisce perché, di non capre che questo sistema manderà in malora il substrato sociale che ci ha sostenuti fino ad ora. Infatti l'umanità cosiddetta civile, comunque quella dominante, che fino a qualche anno fa aveva determinato le sorti dei popoli, dei commerci, delle supremazie e delle sottomissioni, delle alleanze e delle ostilità, questa umanità (società organizzata, consesso civile, comunità progredita), già di per sé incapace per natura di tollerare il vicino, non disposta ad accontentarsi di ciò che aveva, inadatta a promuovere realmente la pace e la fratellanza, la collaborazione e la solidarietà tra i popoli, si è candidata (non del tutto inconsapevolmente, a giudicare dai profeti del politicamente corretto) a diventare vittima predestinata di questa moltitudine di invasori. Forse un sistema per incrementare i voti delle sinistre, sempre più carenti e sempre più frazionati in partitelli e movimenti e sofferenti di un astensionismo preoccupante? Questi novelli barbari appaiono come extraterrestri, come E.T., che non capiscono, non si spiegano, non vogliono capire e non vogliono spiegarsi. In maggioranza, si tratta di pezzi di omoni, ben nutriti, ben vestiti, ben equipaggiati, ben istruiti su come comportarsi e ben consapevoli della debolezza dell'Occidente e soprattutto italiana, i quali, per un iter evolutivo particolare, per motivi geografici e climatici, a causa dei difetti assimilati nel corso delle dominazioni delle nazioni occidentali sui loro territori, sui loro beni, sul loro lavoro, sulle loro famiglie (Portoghesi, Spagnoli, Francesi, Inglesi, Americani, Olandesi, Belgi) si trovano a padroneggiare una svolta storica e sociale di immense proporzioni, pur partendo da uno stadio quasi primitivo che da una parte consente loro di gestire (pur senza un progetto geo-politico) un contratto sociale casuale, venuto alla luce, costruito, come in una seduta spiritica, in cui ognuno partecipa e nessuno ha responsabilità (Prodi docet): interventi del Papa, naufragi e morti nel Canale di Sicilia, opera instancabile dei negrieri che li avviano alla traghettata e li abbandonano, adesso anche le navi di alcune OO.N.G., respingimenti da Malta, Spagna, Grecia ed altre nazioni rivierasche, proclami di alcuni governanti europei (Germania, Inghilterra, Ungheria), fatti libici anti Gheddafi e dopo Gheddafi, accadimenti siriani e turchi. Tutto questo ed altro ancora rappresenta i mosaico che liberamente, come un'ameba in un brodo di agar-agar, ha prodotto ed amplificato questa incredibile situazione. Qualcuno dice che i Governi italiani consentono l'ingresso in Italia di questa massa pericolosa di gente, per preservare la nazione dagli attacchi terroristici. Altri replicano che l'Italia non subisce attacchi terroristici perché i covi di incontro e di formazione dei terroristi che colpiscono l'Europa risiedono in Italia, quindi non conviene ai capi terroristi scatenare ostilità contro i loro soldati. La vulgata dei mediatori arabo-islamici, ormai infiltrati persino nel nostro Parlamento (e ancora non c'è lo ius soli) sostiene che tutta questa gente vuole andare in Europa per unirsi alle famiglie che vi sono emigrate e lì lavorano (panzana colossale... perché non tornano i numeri). Comunque, nel loro complesso, stiamo assistendo inermi, incapaci di prendere qualsiasi provvedimento, ad un fenomeno che, a ben guardare, non ha quasi nulla di umano: la migrazione di masse di individui senza progetto e senza meta, l'invasione dei territori occidentali gravati da recessione, disoccupazione, abbassamento del tenore di vita della maggioranza dei cittadini, l'occupazione e la conquista di territori che non offrono null'altro che lo scintillio delle luci e i colori illusori delle immagini televisive. Forse questi individui perseguono un disegno istintivo, connaturato al loro DNA, molto probabilmente criminoso (a giudicare dalle attività tribali dei loro avi più recenti, tra cui anche il cannibalismo), di modificare, sottomettere, soppiantare le razze più evolute, considerate a torto o a ragione responsabili del loro fallimento sociale, estirpandone gli usi, i costumi e le modalità di vita pratica e spirituale, per impadronirsi della loro ricchezza fino a consumazione. Perché questi non sanno lavorare e hanno nessuna voglia di imparare a lavorare. Vogliono essere mantenuti e quando cesserà la produzione, andranno alla ricerca di altri popoli e di altri territori da sfruttare, occupare, far fallire e distruggere. Questi invasori vogliono soltanto abusare delle nostre donne, dei nostri figli, vogliono annullare la storia, persino la storia dei popoli che li hanno preceduti nei secoli e nei millenni passati, distruggendo i monumenti e le vestigia del loro passaggio. Appare sempre più probabile ed imminente che il ciclo evolutivo delle razze e dei popoli più progrediti, quelli occidentali, di quella genìe insomma che ha finora dominato e deciso le sorti del mondo, si sia ormai concluso, per il semplice fatto che queste genti hanno esaurito la carica di progresso dei loro padri e non importa loro nulla della scomparsa della propria specie. Una specie che si è retta sulle realizzazioni e sulle conquiste delle generazioni precedenti, ma che ormai è divenuta incapace di reagire, persino incapace di capire cosa sta succedendo nel mondo, a pochi passi dagli insediamenti storici nei quali si è sviluppato il loro progresso. Una civiltà quindi fallimentare, egoista, distratta, estranea, avara, possessiva, solitaria, psicopatica, chiusa, sfuggente e senza anelito al divino. Nessuno potrà mai negare che la propensione al credo religioso è in vario modo connaturata all'uomo di tutte le razze e di tutti i tempi ed è comunque necessaria e complementare al progresso umano. Una civiltà perdente, sconfitta dal proprio regresso ideologico e morale, in definitiva ormai incapace di sacrificio, tolleranza, cooperazione, collaborazione, solidarietà per il raggiungimento del fine comune. In una parola, una società di cretini governata da una specie stupida, inconcludente, illogica, disunita, vaneggiante, asociale, autodistruttiva.
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