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I GANGSTER DI COSA NOSTRA E LE MAFIE ITALO AMERICANE Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo negli USA si radica un vero flagello 25/09/2019 - Massimo Iacopi (Assisi PG) STORIA MODERNA (NEL DOWN LOAD UN FASCICOLO CON LE FOTO DEI MAGGIORI PERSONAGGI DI COSA NOSTRA CHE SONO PASSATI ALLA STORIA DEL GANGSTERISMO AMERICANO). Il fenomeno messo alle corde dal Fisco Americano I GANGSTER DI COSA NOSTRA E LE MAFIE ITALO AMERICANE Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo negli USA si radica un vero flagello CAPITOLO PRIMO JOHNNY FOX TORRIO, IL CAPO SQUADRA “La Volpe”, figura unica del crimine del Brooklyn, diventato, dopo la morte Big Joe Colosimo, il boss della Chicago Outfit (attrezzatura, squadra), è l’ispiratore del Sindacato del crimine organizzato. La Volpe (The Fox): è questo il nomignolo con il quale viene designato Johnny Torrio (1882-1957), per sottolineare la sua furbizia e la sua finezza. Egli non ha tuttavia la testa dell’impiegato con la sua aria da agente delle assicurazioni. Ma quello che egli vuole piazzare si trova sempre nella sua tasca interna, anche se le pallottole piazzate nei corpi dei suoi nemici sono il più delle volte tirate dai suoi luogotenenti. Sebbene abbia uno sguardo gelido, si sente che la sua testa pensante, sotto il cappello, é sempre in attività e non sempre produce cose splendenti. Nativo di Orsara o Irsina, una cittadina nell’est della Puglia, posta ad un centinaio di chilometri da Napoli, egli sbarca a 2 anni a New York al seguito di sua madre. La donna è vedova ma energia e sveglia. Il ragazzo lavora come fattorino per una spezieria e frequenta i malviventi del Lower East Side. Nella strada apprende rapidamente a differenziare il clan dei Whyos da quello dei Dead Rabbit. Il ragazzo del quartiere si mette in evidenza. Egli si impone e diventa il capo della James Street Gang. Con il denaro dei piccoli furtarelli, Giovanni Torrio apre a Brooklyn una bisca mascherata da sala di biliardo. Paul Kelly (1876-1936) frequenta il locale per giocare qualche partita a biliardo ma soprattutto per discutere con questo giovane padrone che si fa chiamare Johnny. Kelly, il cui vero nome è Paolo Antonio Vaccarelli, è il capo del Five Points Gang (dal nome di un quartiere nella Lower Manhattan) essenzialmente composta da italiani di recente immigrazione. Il numero 1 propone a Torrio di diventare il numero 2. E’ a partire da questo momento che Johnny adotta il modo di vestire dell’uomo d’affari rispettabile. Al suo catalogo, già abbastanza fornito, di giochi e di prestiti ad usura egli aggiunge la rapina, la prostituzione e la droga. Fra i piccoli aspiranti criminali, egli nota un ragazzo di 8 anni molto promettente; Alfonso Gabriele Capone. Lupanari e bar in eredità Torrio si costruisce una solida reputazione di mafioso newyorkese a fianco di Frankie James, il pistolero di Brooklyn, quando Vittoria Moresco lo chiama da Chicago, nel 1909. La sua zia, prosseneta, vorrebbe che desse una mano a suo marito Giacomo Colosimo (1878-1920, assassinato), detto “Big Jim”, minacciato nelle sue attività lucrative da altri malfattori. Torrio accetta di fare il “lavoro” Poco dopo il suo arrivo, quelli che avevano minacciato Big Jim si ritrovano sul selciato, crivellati di pallottole. Johnny apprezza la vita di Chicago. Gli affari sembrano succulenti e molto più semplici di quelli di New York. Egli fa squadra con suo zio, apre il Colosimo’s Café, che gli serve da quartier generale e fa venire, nel 1919, il giovane Al Capone, ingaggiato inizialmente come barman. Ma le cose si guastano fra ai due parenti malviventi al momento del proibizionismo. Torrio vuole darsi al traffico dell’alcool, più redditizio, mentre Big Jim, che non si fida dei federali, preferisce rimanere con ll’attività delle case chiuse. D’altronde egli ha lasciato da poco sua moglie Vittoria per una cantante di cabaret e, soprattutto, Johnny non apprezza molto questo genere di tradimenti familiari. Il 16 maggio 1920, mentre Big Jim si reca al ristorante per ricevere una consegna di alcool, viene ricevuto, invece, dalla calibro 38 di Frankie Yale (1893-1928) e Torrio, certamente all’origine dell’assassinio, eredita, sia i lupanari, sia i bar dei Colosimo. Egli nomina Capone suo luogotenente e crea l’Outfit (la Squadra) di Chicago, che forte di più di 700 uomini, estende il suo dominio sui quartieri sud e del centro della città. Per il resto, la North Side Gang, guidata dall’irlandese Dean O’Bannion (1892-1924, assassinato), impedisce qualsiasi ulteriore espansione. Non essendo riuscito a trova nessuna via di accordo con O’Bannion, Torrio incarica ancora una volta il suo pistolero Frankie Yale di procedere all’eliminazione. O’Bannion viene assassinato il 10 novembre 1924 in un magazzino di fiori, ma gli Irlandesi non hanno alcuna intenzione di lasciarsi fare a pezzi senza opporre resistenza. Scoppia una guerra di gang e Torrio, che si fa chiamare Mister Langley, nel quartiere chic di Clyde Avenue, attende con pazienza il suo momento. Nel 1925, di fronte al suo domicilio, la sua vettura viene crivellata dai colpi di mitraglietta Thompson di Bugs Moran (1893-1957), al secolo Adelard Cunin e di una Winchester impugnata da Vincent Drucci, “The Schemer” (1898-1927, assassinato). I vetri esplodono e Torrio viene colpito al braccio, all’addome ed alla mascella. I vicini di casa spaventati, non riescono a capire che cosa sta capitando al buon mister Langley, che risulta in un bagno di sangue, mentre i suoi assassini fuggono a bordo di una Ford e spariscono nella notte. Torrio si slava miracolosamente. Evidentemente il boss si rifiuta di nominare il nome dei suoi assalitori e sconterà un anno di prigione per la violazione del proibizionismo. A quel punto, Torrio decide di “appendere le scarpe al chiodo” ed affida la direzione del suo impero, stimato circa 1 miliardo di dollari di oggi ad Al Capone. Per il futuro, egli intende esercitare i suoi talenti in Italia, ma Mussolini proprio in quel tempo inizia ad assumere misure coercitive contro la Mafia. Indispettito dalla nuova situazione, Torrio si insedia per qualche mese nelle Hawai, prima di ritornare a New York nel 1928 per investire nell’immobiliare e instillare a Lucky Luciano l’idea di un Sindacato Nazionale del crimine, dove siederà come saggio della malavita. A partire dal 1934. Nel 1931 egli viene citato come testimonio nel processo di Al Capone. Accusato di evasione fiscale cinque anni più tardi egli si ritrova all’ombra ed i disparte, in un relativo confort carcerario, dal 1939 al 1941. Sedici anni più tardi, quello, che ormai tutti chiamano “Papà Johnny”, muore dal suo barbiere di Brooklyn, ma non per un colpo di rasoio, ma per un attacco cardiaco, prova che l’uomo aveva saputo ben lavorare nel suo sistema malavitoso. NOTA (1) Chicago Outfit, spesso abbreviata in Outfit, è una locuzione usata dalla stampa statunitense per definire un'organizzazione criminale di Chicago, fondata negli anni dieci del Novecento da Giacomo Colosimo (1878-1920) CAPITOLO SECONDO SCARFACE AL CAPONE, IMPONE LA SUA LEGGE Originario della mala del Brooklyn, Capone raggiunge il suo mentore Johnny Fox Torrio a Chicago, dove poi, giunto alla guida della Chicago Outfit, imporrà la sua legge. Solamente Al Capone (1899-1947) uccide la gente in questo modo”. Ovvero di schiena con proiettili da 45 mm. sparati da una mitraglietta Thompson. L’uomo che parla in questi termini si chiama George “Bugs” Moran, al secolo Adelard Cunin (1893-1957). Solo per un caso della sorte egli non si trovava in quel posto durante il massacro della giornata di San Valentino, il 14 febbraio 1929, dove ci furono ben 7 morti. Ma Capone ha ucciso o fatto uccidere ben molti di più nella sua lunga carriera di nemico pubblico n. 1. René Reouven (1925 - ), nel suo Dizionario degli Assassini ne ha fatto il conto: ben 700 assassinii in 14 anni di attività ! Un record che penso non potrà, a titolo individuale, rivendicare nessun altro del suo malfamato quartiere di Brooklyn. Alfonso Gabriele Capone nasce dunque proprio a Brooklyn, dove viene allevato da una famiglia di origini napoletane, molto religiosa: suo padre, barbiere e sua madre, sarta. Egli è il quarto figlio di una nidiata di nove. Evidentemente, il giovane passa più tempo per la strada che in classe, poiché, all’età di 14 anni, egli viene espulso dalla scuola per aver colpito un professore. Per la sua educazione, il giovane delinquente frequenta i Brooklyn Rippers (Gli Squartatori di Brooklyn) i Forty Thieves juniors (40 Ladroni juniors), i Bowery Boys (Ragazzi barboni) e la Five Point Gang (la Banda dei cinque punti), dove comanda Johnny Fox Torrio (1882-1957), un gangster sempre ben vestito. Quest’ultimo gli affida qualche missione e gli presenta il suo porta pistola Frank Yale (1893-1928), prima di partire alla conquista di Chicago. Il giovanotto possiede tutte le qualità di un vero gangster: crudele, disonesto e fedele fino ad un certo punto. Circa l’ultimo punto resta di sapere fino a che limite. Ferite di guerra A 18 anni, Capone viene ingaggiato come barman in una bisca di Coney Island, In occasione di un imbroglio legato ad un apprezzamento rivolto ad una ragazza, il rasoio di un mafioso, di nome Frank Galluccio, gli intaglia la guancia sinistra per aver, appunto, offeso la sorella. Le cicatrici lasciategli dalla lama gli valgono il soprannome di “Scarface” (Sfregiato). Queste pretese ferite di guerra non erano poi così profonde, ma esse faranno, sul viso dell’attore Paul Muni (1895-1967), il giro del mondo attraverso gli schermi del cinema; e Galluccio diventerà in seguito la sua guardia del corpo. Per il momento, Capone vive una vita abbastanza tranquilla e sposa la figlia di un immigrato irlandese Mary Josephine Coughlin (1897-1986), dalla quale avrà un figlio ed accetta un impiego di contabile. Ma la cosa non durerà a lungo ed il 17 gennaio 1920 arriva a scuotere questa vita di routine. Si tratta del giorno in cui è entrata in vigore la “proibizione”. Al Capone festeggia i suoi 22 anni. Il 18° emendamento (1) della Costituzione americana rappresenta per lui l’inizio di una carriera folgorante nel campo del crimine, dell’alcool e del contrabbando., ma egli ancora non lo sa. Egli deve aspettare la morte di suo padre ed il colpo di telefono di Johnny Torrio, il suo mentore, che l’invita a Chicago, la città della teppa. L’organizzazione di colui che ormai tutti chiamano The Fox (La Volpe) conta centinaia di uomini e produce dieci milioni di dollari l’anno (circa 160 milioni di oggi) grazie al gioco, alla prostituzione ed alla birra. Capone inizia come procacciatore di clienti per una casa chiusa, dove fa la conoscenza di Jake Guzik (1886-1956), che l’informa di un progetto per assassinarlo. Questo ebreo ortodosso, originario della Polonia diventa suo amico, quindi il consigliere finanziario e giuridico della gang mafiosa Outfit di Chicago (2), la banda di Torrio. Egli apprezza questo piccolo uomo paffuto che egli difende strenuamente (con le unghie ed i denti). Nel 1924 un rapinatore di nome Jow Howard avrebbe mancato di rispetto a Guzik proferendo una osservazione antisemita. Senza alcuna intimazione, Al Capone sforacchia il malcapitato, sparando sei pallottole nel corpo del “maleducato”. I testimoni dell’accaduto sono tutti colpiti da amnesia nel momento di rispondere alle domande dei federali e Scarface esce di prigione e se la cava per mancanza di prove. Nel 1922, Capone diviene il braccio destro di Torrio. Egli guadagna 25 mila dollari l’anno (circa 400 mila dollari odierni) e fa venire a Chicago il suoi fratelli Ralph e Frank, perché approfittino di un pezzo di “dolce”. Quando, nel 1923, William Emmett Dever (1862-1929), il nuovo sindaco di Chicago, fa fermare 7 mila bar clandestini, capone e la sua banda si insediano al di fuori della sua giurisdizione, a Cicero, nei sobborghi della metropoli In occasione delle elezioni municipali, che vedono opporsi il democratico Rudolph Hurt ed il repubblicano Joseph Z. Klenha (1875-1936), Capone sceglie il secondo, più facilmente corruttibile. Egli incarica Guzig di assoldare il candidato ed aiuta la sua campagna in maniera decisa e con metodi poco ortodossi. Sorriso beffardo Non meno di 200 uomini terrorizzano gli elettori nelle vicinanze dei seggi elettorali, Il giudice della contea mette in allarme i poliziotti su questi modi di agire. Diverse squadre i abiti civili sono incaricate di ristabilire l’ordine nei luoghi strategici. La centrale Western Electric, che impiega 40 mila persone è uno di questi. Quando vi intravvedono Frank Capone, essi escono dalle loro autovetture ed iniziano il pestaggio. Credendo all’attacco di una gang rivale, il fratello di Al tira fuori la sua arma, ma viene crivellato di colpi da parte dei poliziotti. Aveva 29 anni. Dopo i funerali in un feretro placcato d’argento, Scarface provvede a mettere in sicurezza la sua centrale di comando di Hawthorne Inn, posta nel numero civico 4833 della 22^ Strada, con guardiani armati ed imposte blindate alle finestre. Nel 1925, Torrio lascia il suo posto a Capone, che inizia il suo regno su Chicago. Rotondetto, sopracciglia folte, labbra spesse, il personaggio impressiona. Il suo impeccabile abito a tre pezzi non contribuisce a rassicurare. Dal 1920 al 1932, nel momento al culmine del proibizionismo, il volume di affari della sua organizzazione si aggira sui 120 milioni di dollari, ovvero circa 2 miliardi di dollari di oggi. L’ufficio del procuratore di Chicago, da parte sua, valuta il giro di affari di Al sui 105 milioni di dollari. Ma più del fisco - la Corte Suprema ha fatto votare una legge che autorizza a tassare gli introiti della vendita illecita di alcool - é la mafia irlandese ed, in particolare, la famosa gang di North Side, guidata da George “Bugs” Moran, (cimice) (1893-1957), che disturba Capone. Questi decide di farla finita con gli irlandesi e chiede a Jack machine gun McGurn, alias Vincenzo Antonio Gibaldi (1902-1936), un piano per eliminare Bugs Moran. Jack che da tutti è conosciuto come la “Mitraglietta” (Machine Gun), non è certo considerato per la sua dolcezza. Capone parte per la Florida per prefabbricarsi un alibi per ogni evenienza. La trappola agli irlandesi viene tesa nel garage della SMS Cartage Company, al 2.122 di North Clark Street, il quartier generale di Moran: Capone vuole essere sicuro che tutti gli uomini saranno presenti. Un rapinatore propone a Moran un camion di whisky di contrabbando proveniente dal Canada. I due uomini si mettono d’accordo per effettuare la consegna nella mattinata del 14 febbraio 1929, il giorno di San Valentino. Alle 10,30 si presenta una autovettura con all’interno 5 uomini di Capone, di cui tre indossano l’uniforme della polizia di Chicago. Risultano presenti nel garage sette persone: sei membri della gang ed un medico che amico dei gangsters. Essi, in un primo momento, pensano ad una ispezione della polizia.. Gli uomini mascherati di Scarface ordinano loro di allinearsi faccia al muro ed a quel punto le mitragliette Thompson fanno sentire la loro “musica” eliminandoli tutti. Dopo il massacro, verranno ritrovati sul posto, dagli esperti di balistica, circa 100 bossoli di calibro 45. Il solo grande assente è proprio Bugs Moran, che cercherà di vendicarsi di questa sanguinosa giornata. Per mettersi al riparo dalle rappresaglie e per calmare l’opinione pubblica indignata da questa carneficina, Capone passa qualche mese in prigione, ma, in ogni caso, la North Side Gang è ormai finita. L’eccidio di San Valentino impone il terrore a Chicago e la città assumerà la nomea di città senza fede e senza legge, ad eccezione di quello che impone Al Capone. Egli è diventato il nemico pubblico n. 1. E l’interessato lo sa e se ne vanta. Nel 1930 Alfonso Scarface Capone, con un sorriso beffardo sulle labbra ed un rosa al taschino, appare persino sulla copertina del Time. Il personaggio comincia a disturbare e diversi personaggi influenti di Chicago chiedono al presidente Herbert Clark Hoover (1874-1964) di farla finita. E’ in questo momento che entrano in scena Eliot Ness (1903-1957) ed un pugno di agenti dell’FBI (Federal Bureau of Investigations), ma sarà un altro agente speciale, stavolta del fisco, Frank J. Wilson (1887-1970), che farà cadere Capone. A partire da una registrazione di una scrittura contabile, egli riesce ad ottenere alcune testimonianze che gli consentono di risalire al contabile. All’ombra, ma in piena luce Il 5 maggio 1931, Capone viene incolpato per frode fiscale. L’atto di accusa si basa su un fascicolo di ben 3.600 pagine. Il processo si apre il 6 ottobre 1931, Scarface viene condannato a 17 anni di prigione, di cui 11 senza sconto ed a 50 mila dollari di multa (circa 800 mila dollari attuali). Egli ricorre in appello ed in attesa della decisione, viene incarcerato nella contea di Cook. All’ombra il mafioso non cade certamente nell’oblio, ancora di più a seguito dell’uscita nelle sale di proiezione del film Howard Hawks Scarface, il 9 aprile 1932, che pone Capone nei personaggi della cultura popolare. Dopo il rigetto dell’appello, Capone viene trasferito, il 4 maggio 1932 nella prigione di stato di Atlanta, da dove egli continua a far fruttificare i suoi affari e quindi è trasferito ad Alcatraz il 19 agosto 1934, dove è posto in isolamento ed a severo regime carcerario. La sifilide contratta nella sua giovinezza, degenera ed altera la sua salute fisica e mentale. Pugnalato da un detenuto, viene quindi inviato a Terminal Island, nei pressi di Los Angeles. Il 16 novembre 1939 viene infine liberato sotto condizioni e detta le sue Memorie su richiesta di un produttore cinematografico. Nella sua proprietà di Palm Island, a Miami rimane vittima di una apoplessia il 21 gennaio 1947. Quattro giorni più tardi il cuore l’abbandona. Lui, per contro, non avrà mai “mollato”, come lo suggerisce il suo metodo: “Si può ottenere molto di più con una parola gentile ed un revolver che solamente con una parola gentile”. NOTE (1) Diciottesimo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, redatto e passato al Congresso americano nel 1917, sottoscritto poi dai 3/4 degli stati nel 1919, esso era costituito da 3 paragrafi: il primo sanciva che entro un anno dalla rettifica dell'articolo stesso, produzione, vendita, trasporto, importazione ed esportazione di bevande alcolica nei territori sotto la giurisdizione americana sarebbero stati proibiti; il secondo specificava che il Congresso e tutti gli stati avrebbero avuti pieni poteri per farlo rispettare; il terzo infine dichiarava che l'articolo avrebbe perso di efficacia solo con la creazione di un nuovo articolo che l'avrebbe dichiarato non valido” Integrato dal Volstead Act (2) Chicago Outfit, spesso abbreviata in Outfit, è una locuzione usata dalla stampa statunitense per definire un'organizzazione criminale di Chicago, fondata negli anni dieci del Novecento da Giacomo Colosimo (1878-1920) CAPITOLO TERZO SALVATORE LUCKY LUCIANO, IL PERICOLO DEI GIOVANI Il proibizionismo è solo il campo di prova per il ”re degli alcoolici”, che ha già fatto tutta la carriera del gangster dalla gavetta. Egli rappresenterà il punto di svolta della mafia che imporrà un nuovo ordine, più adatto alla realtà americana. La Mafia è nata in Italia, il paese del codice d’onore. Il crimine organizzato, invece, ha visto la luce negli Stati Uniti, patria del taylorismo. Lucky Luciano (Salvatore Lucania, 1897-1962) risulta all’origine della trasformazione della malavita in impero del crimine. Con lui “boss mafioso” non rappresenta un semplice titolo, ma si tratta di un impiego paragonabile a quello di un dirigente di una grande impresa. “Io scommetto che la nostra compagnia era più grande di quella di Henry Ford - ricorda Lucky nelle sue Memorie. Venivano controllati stabilimenti, depositi, laboratori; si disponeva di flottiglie di barche e di conduttori di camion, di contabili, di importatori e di esportatori. Disponevamo di tutto quello che era necessario per importare qualsiasi prodotto e ne disponevamo più degli altri. Molta gente mi ha detto, in seguito, che se avessi voluto applicare le mie capacità ad un commercio legale, io avrei ottenuto un grande successo. Ma io, comunque, non vi avrei raggiunto il mio risultato finale”. Il vero nome di Lucky Luciano era quello di Salvatore Lucania, quando arriva per la prima volta a New York, nel 1906. Egli vi arriva con la sua famiglia da Lercara Friddi, in Sicilia, dove è nato nove anni prima. La sua storia è quella, banale dell’immigrato italiano dell’epoca. Quella della miseria condivisa coni numerosi Calabresi, Siciliani e Napoletani che si accalcano nel quartiere ebreo di Lower East Side, a Manhattan. Il suo destino, al contrario, risulta eccezionale sospinto dalla sua sete di rivincita sociale e … la sete in senso reale di milioni di Americani. Il 29 gennaio 1919 il congresso ratifica il 18° Emendamento (1) della Costituzione degli Stati Uniti, che sarà completato qualche mese più tardi dal Volstead Act (2). La scuola della strada Terminata l’importazione, l’esportazione, la vendita delle bibite alcoliche sull’insieme del territorio. I “Ruggenti anni 20” (The Roaring Twenties) dell’America, iniziano con il proibizionismo., che costituirà il carburante del motore del grande banditismo. L’ebbrezza del dopo guerra non può essere conseguita solamente attraverso la prosperità economica. Dai bar clandestini dei quartieri popolari ai saloni degli stabilimenti più raffinati, il whisky cola a fiotti, come il denaro che intasca ben presto Lucky Luciano, il “Re degli alcoolici”. All’epoca, quello che si fa ora chiamare Charles Lucania, ha fatto le sue esperienze alla scuola della strada, dove debutta, offrendo la sua protezione ai giovani ebrei contro le bande di Italiani e di Irlandesi per dieci cent alla settimana. Egli possiede già l’animo del capo, di quello che da gli ordini e non di un semplice impiegato che li riceve. Fatto che non gli impedisce, comunque, di sapersi circondare di personaggi di valore. Da Meyer Lansky (1902-1983, amico d’infanzia, ebreo polacco, dalle qualità di favoloso contabile, dalla perfetta discrezione e dalla indefettibile fedeltà. Da Benjamin Siegel, detto “Bugsy” (il Matto; 1906-1947, assassinato), nato a Brooklyn da parenti ebrei ukraini e conosciuto per il suo carattere violento ed audace. Da Frank Costello (1891-1973), nato Francesco Castiglia, calabrese affabile ed immaginativo. Ma soprattutto da Arnold brain Rothstein (1882-1928, assassinato), ebreo newyorkese soprannominato il “Cervello” (Brain), uomo d’affari esperto, giocatore sfrenato, truccatore di sfide sportive e principale finanziatore della malavita. Buone maniere ed alte sfere Il mentore di Charles Lucania non gli fornisce semplicemente i fondi per le sue attività, ma gli insegna a gestire il contrabbando di alcool come un’impresa e gli dispensa lezioni di saper vivere. Esse risultano indispensabili per chi vuole uscire dai bassifondi ed aprirsi una strada nelle alte sfere. Egli assume la guida di una rete intercomunitaria di giovani criminali che hanno capito la necessità di adottare i codici e la cultura del loro paese d’adozione. Esattamente il contrario dei vecchi don, che parlano appena l’inglese e che disprezzano tutto quello o quelli che non erano originari della loro isola natale. Essi regnano sul mondo della criminalità, quello delle “cinque famiglie” italiane, che hanno trapiantato e fatto prosperare la Mafia d’oltre Atlantico. I capi tengono sotto un pugno di ferro i traffici e le estorsioni di tutti i generi delle più grandi città del paese: prossenitismo, rapine, droga, scommesse, insomma, tutto quello che è illecito non sfugge ai loro sbirri. Due gruppi rivali si disputano il controllo: Giuseppe, “Joe the Boss”, Masseria (1886-1931), nato a Marsala e Salvatore o Sal “Little Caesar” Maranzano (1886-1931, assassinato), emigrato da Castellammare del Golfo in Sicilia. Ma esiste solo un trono di “capo dei capi”. La sorda rivalità non trova nessuna uscita diversa dal conflitto aperto, che verrà denominato la “guerra dei Castellammaresi”. Charles Lucania, ormai diventato Lucky (fortunato) Luciano, nome più facilmente pronunciabile dagli Americani, vi giocherà un ruolo decisivo. “Little Caesar”, “Little Italy” … questa logica di pensare non è al’altezza della sua ambizione senza limiti. Essa è alimentata dalla acuta ed esatta coscienza del suo valore. In meno di cinque anni, il miserabile siciliano è diventato un gangster italo-americano riconosciuto. Egli importa scotch dalla Scozia, whisky dal Canada e rhum dai Caraibi. Le sue bottiglie si ritrovano sulle tavole dei più importanti notabili del territorio, con i quali a volte gioca a golf, o vengono servite nei ristoranti o nei club più esclusivi di Manhattan, che frequenta. La sua organizzazione criminale è diventata una grande impresa che realizza un volume di affari annuale lordo di 12 milioni di dollari nel 1925. Nelle sue mani restano circa quattro milioni dopo il versamento dei “salari” ai suoi uomini, spie, avvocati, conducenti e contabili, che vengono “invitati” a lavorare nella più grande discrezione, senza i chiassosi eccessi dei tradizionali malviventi. A queste spese di gestione vanno aggiunti i costi derivanti dalla corruzione degli uomini politici e della polizia, indispensabili all’impunità della sua “organizzazione”, così come egli la definisce. Il dollaro non conosce nazionalità “Noi giovani, detestavamo i vecchi baffi”, ricordava Lucky Luciano. “Si cercava di costruire gli affari in armonia con la nostra epoca mentre i “vecchi” vivevano cento anni indietro. Questi vecchi e le loro idee occorreva eliminarli(emarginarli) e si aspettava il momento giusto. Per noi, sbarazzarsi di un Masseria o di un Maranzano significava come una banca che demolisce un vecchio fabbricato per costruirne un altro completamente nuovo” La guerra dei Castellammaresi insanguina le strade di New York e nuoce agli affari. Lucky Luciano deve scegliere fra la fedeltà dovuta a Masseria, di cui risulta uno dei principali luogotenenti e l’alleanza a Maranzano, che sembra più adatto a imporsi e che promette di risparmiare la vita a tutti quelli che si schiereranno dalla sua parte. La decisione viene presa agli inizi del 1931. Il 15 aprile, egli invita Masseria ad un pranzo in un ristorante di Coney Island, che si conclude con una partita di carte. Mentre Lucky si assenta per andare al bagno, quattro dei suoi uomini fanno irruzione nella sala ed abbattono Masseria. Lucky Luciano occupa il suo posto e si mette a disposizione del nuovo capo dei capi o Padrino. Ma non per molto. Dal maggio 1929, egli riunisce ad Atlantic City la giovane guardia del grande banditismo per esporre il suo progetto: il coordinamento degli sforzi per massimizzare i profitti delle bande ebree, americane, irlandesi ed italiane, riunite nell’ambito di un Sindacato Nazionale del crimine. I dollari non hanno odore ma, soprattutto, non hanno nazionalità o religione. Affinché la Mafia prosperi, occorre che essa segue il modello del capitalismo americano moderno e non quello del conservatorismo dei capi tradizionali siciliani. Lucky Luciano farà entrare la mafia nel 20° secolo. Ormai più nulla potrà fermarlo, nemmeno “Little Caesar” Maranzano e neanche il crac in borsa del 1929. Nel 1931, di fatto, eliminato anche il padrino Maranzano, diventerà lui il Capo dei Capi. Il suo regno durerà effettivamente fino al 1936 quando verrà nuovamente messo in prigione. Spostatosi a Cuba per allargare il suo business, ne verrà espulso nel 1947 e nel periodo successivo rientra nella sua terra natale, in Sicilia, conducendo un elevato tenore di vita fra la Sicilia e Napoli. Egli sarà all’origine del riavvicinamento della mafia americana a quella italiana e si getterà anche nel commercio degli stupefacenti, prima di essere colpito da una crisi cardiaca a Napoli il 26 gennaio 1962. NOTE (1) Diciottesimo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, redatto e passato al Congresso americano nel 1917, sottoscritto poi dai 3/4 degli stati nel 1919, esso era costituito da 3 paragrafi: il primo sanciva che entro un anno dalla rettifica dell'articolo stesso, produzione, vendita, trasporto, importazione ed esportazione di bevande alcolica nei territori sotto la giurisdizione americana sarebbero stati proibiti; il secondo specificava che il Congresso e tutti gli stati avrebbero avuti pieni poteri per farlo rispettare; il terzo infine dichiarava che l'articolo avrebbe perso di efficacia solo con la creazione di un nuovo articolo che l'avrebbe dichiarato non valido” Integrato dal Volstead Act (2) Volstead Act: testo legislativo in vigore negli USA tra il 1919 ed il 1933 che regolava il proibizionismo sugli alcolici, deve il suo nome a Andrew Volstead (1860-1947), il deputato che formulò la proposta di legge e che ha integrato il 18° Emendamento alla Costituzione degli USA. CAPITOLO QUARTO FRANK COSTELLO, CONDUCE IL GIOCO Il Padrino ad interim e primo ministro di Cosa Nostra, uomo rispettato ed influente, a fianco di Lucky Luciano, fa fortuna con le slot machine. Secondo stime dell’FBI, Frank Costello (1891-1973), al culmine della sua potenza, incassava l’equivalente di 70 miliardi di dollari attuali all’anno. Si tratta del successo dell’American Way of Life, versione Mafia e della storia di un piccolo immigrato italiano che si pone al vertice dell’organizzazione. Solo che Costello non ha fatto fortuna vendendo salsa di pomodoro … . Nato nel 1891, con il suo vero nome Francesco Castiglia, a Lauropoli, una cittadina della Calabria, egli emigra negli Stati Uniti, con la “mamma” e suo fratello maggiore Eduardo, all’età di 4 anni. La famiglia si ricongiunge al padre, che ha seguito l’esempio di numerosi Italiani, che abbandonano il sud della penisola, terra di miseria, per tentare una opportunità nel Nuovo Mondo. Castiglia senior gestisce una piccolo negozio di spezie a New York, nel quartiere di East Harlem. Tenuti all’indice agli inizi del 20° secolo, gli immigrati italiani subiscono la stessa sorte che avevano sofferto la generazione precedente dei loro predecessori irlandesi. I “macaroni” hanno rimpiazzato i “mangiatori di patate” nell’ultimo posto della scala sociale e come i loro predecessori essi si organizzano in bande e quindi in gang. A 13 anni Francesco, diventato Frank, viene reclutato da suo fratello per entrare a far parte di una di esse. A 17 anni, nel 1908, il futuro malvivente viene inviato per la prima volta in prigione per furto ed aggressione. Egli vi ritorna nel 1912 e nel 1917. Un anno più tardi, egli viene nuovamente arrestato per possesso illegale d’arma; egli si dichiara colpevole e viene condannato a 12 mesi, mentre rischiava sette anni. Tutto questo lo farà riflettere ed alla sua uscita Castiglia, diventato Costello, decide di non ritornare più in prigione e di servirsi del suo cervello piuttosto che della pistola o dei suoi pugni. A 27 anni, Frank si sposa con una giovane ebrea Laura Giergermann, sorella del suo migliore amico. Più tardi egli dirà ad un giornalista: “A datare da questo momento io non ho più toccato una pistola”. Nel 1919, il proibizionismo viene promulgato ed entra in vigore, il 16 gennaio 1920, con il 18° Emendamento (1) alla Costituzione degli Stati Uniti d’America. New York la città che non dorme mai, non poteva che essere la punta di lancia, attraverso la festa ed il bere, nella resistenza ad una America puritana. Più di 15 mila bar clandestini (speakeasies) vengono aperti in città. E cosa fa la polizia ? Basta far scivolare discretamente un bel biglietto verde da 50 dollari, perché distolga il suo sguardo altrove. In un momento in cui le forze dell’ordine sono mal pagate, male equipaggiate, i poliziotti “resistono a tutto salvo alla tentazione”, come lo dirà Osca Wilde nelle sue opere. Costello fa proprio in quel momento un incontro determinante, un giovane siciliano di 20 anni, Charles Luciano (Salvatore Lucania, 1897-1962), detto Lucky (Fortunato). Luciano lavora nel contrabbando e dirige il Lower East Side; Costello è più anziano ed è un esperto del racket e delle truffe e fra i due scocca il colpo di fulmine. Ma l’associazione non riscuote unanimi consensi: Costello è un calabrese e per i vecchi mafiosi di Little Italy, la “cosa” deve rimanere fra Siciliani. Luciano supera tutte le obiezioni: egli vuole estendere la sua associazione criminale e recluta italo-americani, come Tony “Gun” Lucchese (1899-1967) e Vito Genovese (1897-1969). Egli si associa anche ai giovani dell’ambiente ebreo, Benjamin Bugsy Siegel (1906-1947) e Meyer Lansky (1902-1983), ma anche agli irlandesi Owney Madden (1891-1965) e William Big Bill Dwyer (1883-1946), che si aggiungono per rinforzare la gang, come anche un certo Arnold brain Rothstein (1882-1928), che, da esperto di finanze, prevede e monta i colpi. L’uomo senza volto L’importazione di alcool funziona perfettamente. Nel 1922, Joe “The Boss” Masseria (1886-1931) propone un’associazione, nei fatti una integrazione: la gang Luciano-Costello diventa membro di cosa nostra (termine che designa all’origine la Mafia siciliana e quindi ma Mafia italo-americana). In fin dei conti, vengono accolti solo i membri di origine italiana, gli altri rappresentano solamente relazioni di affari ! Poco importa, d’altronde non si può dire no al Padrino. A partire dal 1924, la macchina degli affari gira a pieno regime. Grazie agli Irlandesi, Costello e Luciano corrompono politici e poliziotti. Essi investono nei docks del porto. I negozi di spezie in mano ad ebrei ed italiani servono a stoccare 20 mila casse di alcool che vengono scaricate dai battelli. E’ quasi troppo per New York ed, a quel punto, Costello ha l’idea di estendere l’intesa ai sette membri: i Big Seven. Con l’appoggio di Enoch Lewis “Nucky” Johnson (1883-1968) egli estende il suo controllo del traffico su tutta la costa Est e fino a Chicago. Il Canada e Saint Pierre e Miquelon diventano il perno del contrabbando. Nel 1931, dopo aver eliminato successivamente i padrini Masseria e Salvatore little Caesar Maranzano (1886-1931, Lucky Luciano diventa il Padrino o il Capo dei Capi. Il suo consigliere sarà, evidentemente, Frank Costello. Nel 1936 Lucky Luciano viene messo in prigione e Vito Genovese, essendo stato costretto a fuggire dagli Stati Uniti per evitare l’arresto, lascia campo libero nella direzione della Mafia, consentendo a Frank Costello di diventare “Padrino ad interim”. Egli viene considerato come il “Primo ministro” della Mafia, che inaugura con lui un periodo di prosperità senza pari. Divenuto bersaglio della Commissione presieduta dal senatore Estes Kefauver (1903-1963) nel corso degli anni 1950, egli si accontenta di invocare il 5° Emendamento (2) in occasione dell’audizione nel Senato, esigendo che il suo volto non sia mai filmato. Dopo essere stato il bersaglio nel maggio 1957 di un attentato, commissionato dal suo “amico” Genovese, egli si riconcilia con questi e gli cede il potere. Da quel momento, egli occuperà il ruolo interno di un giudice di pace fino alla sua morte, avvenuta a New York il 18 febbraio 1973. NOTE (1) Diciottesimo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, redatto e passato al Congresso americano nel 1917, sottoscritto poi dai 3/4 degli stati nel 1919, esso era costituito da 3 paragrafi: il primo sanciva che entro un anno dalla rettifica dell'articolo stesso, produzione, vendita, trasporto, importazione ed esportazione di bevande alcolica nei territori sotto la giurisdizione americana sarebbero stati proibiti; il secondo specificava che il Congresso e tutti gli stati avrebbero avuti pieni poteri per farlo rispettare; il terzo infine dichiarava che l'articolo avrebbe perso di efficacia solo con la creazione di un nuovo articolo che l'avrebbe dichiarato non valido” Integrato dal Volstead Act (2) Quinto emendamento, “Nessuno sarà tenuto a rispondere di un reato che comporti la pena capitale, o comunque infamante, se non per denuncia o accusa fatta da una grande giuria, a meno che il reato non sia compiuto da individui appartenenti alle forze di terra o di mare, o alla milizia, quando questa si trovi in un servizio attivo, in tempo di guerra o pericolo pubblico; né alcuno potrà essere sottoposto due volte, per un medesimo delitto, a un procedimento che comprometta la sua vita o la sua integrità fisica; né potrà essere obbligato, in una qualsiasi causa penale, a deporre contro se medesimo, né potrà essere privato della vita, della libertà o della proprietà, se non in seguito a regolare procedimento legale (without two process of law); e nessuna proprietà potrà essere destinata a un uso pubblico, senza un giusto indennizzo. In definitiva: nessuno può essere obbligato a testimoniare contro sé stesso (“No person (…) shall be compelled in any criminal case to be a witness against himself”).
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